EDITORIALE
È TEMPO DI PROGETTARE L’ IMMATERIALE
Ph. Claudia Reali
Cristina Mandrini cristina. mandrini @ dbinformation. it
Qualche mese fa, durante un’ intervista a un grande architetto e designer dei nostri( lunghi) tempi, mi aveva positivamente stupito sapere che all’ interno del suo studio lavoravano, insieme a designer e architetti, anche antropologi e psicologi e, all’ occorrenza, anche altre varie professionalità. Da allora questa è una delle domande che mi piace fare, out of record, e lo stupore non finisce mai … qualcuno mi ha risposto di avere tra i collaboratori anche un rabdomante. Trovo che questo approccio sia la giusta risposta ai cambiamenti di questi nostri( strani) tempi e all’ evoluzione della nostra( ancor più strana) specie umana, tanto che anche gli architetti sono sempre più spinti a conoscere, comprendere, guidare i loro clienti cogliendone i bisogni abitativi, materiali ma anche immateriali. Se dovessimo sintetizzare gli otto intensi e propositivi dialoghi( talk) con gli otto ospiti che abbiamo portato a Cersaie quest’ anno, all’ interno dello spazio Bagno Architettura Lounge, basterebbero due parole: Progettare l’ Immateriale. Lo spazio, le proporzioni, gli spessori … gli arredi, le superfici, gli oggetti oggi valgono per quello che sono ma soprattutto per il linguaggio che parlano e per le atmosfere che creano grazie, ovviamente, alle condizioni immaginate e realizzate da architetti o progettisti di interni. Leggete con attenzione le sintesi di questi incontri e peccato se ve li siete persi dal vivo, ma si sa, in fiera si va dagli espositori. Ed è giusto così, visto che soprattutto chi progetta l’ immateriale ha bisogno di
prodotti e sistemi, di finiture e tattilità, di forme e soluzioni capaci di scatenare emozioni, visioni e vita all ' interno di ogni singola stanza. L’ umanizzazione degli spazi contro la disumanizzazione dei comportamenti. Anche questa sintesi potrebbe funzionare bene per descrivere un evidente cambio di paradigma nel modo di progettare spazi da vivere... appunto! Non solo fuori dalle nostre case ma anche dentro succede che si scatenino dinamiche sempre più spesso oggi definite“ disumanizzanti”, che mettono in discussione la nostra idea di casa nido( tema affrontato anche da Marcel Wanders a Cersaie con la sua collezione Nesting Room), un ambiente sicuro capace di proteggere il nostro corpo ma anche le nostre emozioni, oggi sempre più fragili. Il mondo della progettazione di interni sta dimostrando di non voler rimanere indifferente di fronte a questo momento complesso della storia della società e ha deciso di mettere a disposizione la propria conoscenza- e di collegarla ad altre conoscenze- per partecipare con idee e strategie all ' obiettivo comune di arginare un latente processo di disumanizzazione delle relazioni, dei comportanti, degli spazi. Che cosa può fare un progettista, un designer, un ' azienda? Ce lo raccontano quasi tutte le interviste pubblicate su questo fascicolo e con esempi veri e sinceri è stato spiegato molto bene anche durante l’ ultima edizione di AGO25 organizzata da AIPI, che ringrazio ancora per l’ invito, è stato un momento prezioso.
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