EDITORIALE #
Ph . Claudia Reali
TANTO DA RECUPERARE ? RIAPRIAMO
IL MASO CHIUSO !
OSCAR G . COLLI
IL TEMA , DI AMPIO INTERESSE ANCHE PAESAGGISTICO , SU CUI CI SOFFERMIAMO NEL PRELUDIO DEL SOLSTIZIO DELL ’ ESTATE 2024 , PARTE QUASI FOSSE UNA RECITA ESTEMPORANEA IN UNO SPETTACOLO IMPROBABILE AL TEATRO DELL ’ ASSURDO ; oppure vivetela come una provocazione storica-costumistica-sociale , attorno al regime di un diritto , abrogato quasi un secolo addietro ! L ’ affermazione , racchiusa nel titolo , non intende cogliere soltanto l ’ effetto giornalistico , da cui non prescindiamo , bensì porre una questione corrente sulla polverizzazione della proprietà ( immobiliare , soprattutto abitativa ), che in innumerevoli casi non permette interventi di riqualificazione edilizia , in cui versano troppi luoghi di un enorme patrimonio di costruito in tutta Italia , che non ha eguali per numero e specificità in nessun altro Paese del continente europeo ! Il voler scrivere su questo argomento di grande importanza e attualità , parte da un corretto e nobile intervento , proprio sulla politica della “ Casa Green ” da parte dell ’ attuale Ministro dell ’ Ambiente , Gilberto Pichetto-Fratin , figlio della lungimirante borghesia biellese , nonché stimato amico nelle nostre attività politiche giovanili , dove entrambi eravamo impegnati a praticare il pensiero di due personaggi illuminati quali Adriano Olivetti e Ugo La Malfa . Sia chiaro al nostro lettore , come il Ministro , che di “ maso ” ( aperto o chiuso , che fosse in un tempo lontano ) non ne ha fatto cenno : di fatto non esiste più dal 1928 questo diritto patriarcale . Si trattava di un regolamento che sovraintendeva , alla popolazione di lingua germanica del Trentino-Alto Adige e alcune vallate del nord Friuli . Privato di valore civile , a chiazze ora prosegue come antica usanza da alcuni gruppi famigliari , legati per lo più ai territori di montagna ma non più tutelati dalle Comunità dei vari territori . In questa narrazione - molto sulle consuetudini che risolvevano aspetti di vita sociale nel passato - tentiamo , nel nostro minuscolo comunicato promuovere un serio recupero edilizio sull ’ esistente , che rappresenta una quantità di costruito - nei secoli - quasi incalcolabile ( tanto da ritenere oggi superfluo pensare a nuove costruzioni , fatti salvi istituti ospitalieri e alberghi , tanto per citare ). Serve far cogliere dall ’ intervista di Pichetto-Fratin al collega de “ La Stampa ” di Torino , dove con le sue affermazioni smuoveva una oggettiva e non derogabile necessità di recupero qualitativo e quantitativo e la salvaguardia architettonica dell ’ esistente , che deve dotarsi di interventi di ampio risparmio energetico , come la Comunità europea ha fissato in modo irrevocabile per il 2030 ! Proseguendo il nostro racconto , a colpi di ulteriore ma non violenta provocazione verbale , mentre cala la natalità in modo costante e le immigrazioni non compensano il differenziale in atto ( descritto in apertura cosa si faceva al riguardo un secolo addietro in tre regioni nel nord-est italiano ), il problema si amplia ben oltre i non sempre facili accordi famigliari sulle proprietà indivise . Molte delle attuali abitazioni , bisognevoli di ristrutturazione , quasi sempre c ’ è una multiproprietà , altrimenti definita condominiale , nella quale convergono ragioni delicate da gestire . La complessa condivisione con taluni comproprietari e affittuari , che non sono in grado di esporsi finanziariamente , soprattutto le coppie di anziani , non portati ad un presunto e comprensibile disagio seppur temporaneo ma non brevissimo . Intanto il Signor Georg Mayr , di Bressanone , già Presidente dell ’ Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi , che dal 2005 promuove il “ maso ”, con motivazioni turistiche del buon gusto diffuso , unitamente ai suoi associati sta esercitando una attenta manutenzione dei luoghi . Da parte di tutte le proprietà avite , salvaguardano le coltivazioni erbivore e i boschi e dell ’ ambiente circostante , partendo da una riqualificazione completa delle abitazioni , dove arrivano gli ospiti accolti - come sanno fare da quelle parti - le Genti trentine , ladine , friulane e altoatesine - da secoli !