EDITORIALE
NANI CON I TACCHI ALTI
Ph. Claudia Reali
Cristina Mandrini cristina. mandrini @ dbinformation. it
Il titolo di questo editoriale ci viene suggerito dalla voce internazionale dell’ architetto e designer Roberto Palomba, intervistato poche ore fa da David Pambianco in occasione dell’ 11 ° Summit Pambianco Interni, edizione dedicata al settore Arredo & Design. Una intensa mattinata di lavoro durante la quale analisti e operatori del settore arredamento hanno cercato di rispondere a una domanda precisa: quale ruolo avrà la filiera dell’ architettura & design nel ridisegnare il futuro dei mercati internazionali? Quale ruolo avrà l’ Italia? L’ affermazione di Palomba oltre che una possibile risposta suona come un vero e proprio incitamento( tanto da meritarsi un fragoroso applauso dal pubblico), anche in considerazione dello scenario economico globale evidenziato sulla base di alcuni dati forniti da CSIL. A livello mondiale, il mercato( a dati wholesale) è tornato di fatto ai valori del 2019( 537,9 miliardi di dollari), perdendo perciò il vantaggio raggiunto durante il picco pandemico del 2021( circa 592 miliardi di dollari). Abbastanza in controtendenza risulta la situazione del mercato italiano, che a differenza di quello globale è riuscito a conservare in parte il vantaggio del periodo pandemico, registrando un + 18 % rispetto al 2019. Fattore chiave( e resiliente) il valore del Made in Italy, che si conferma per le nostre aziende una leva certa per cogliere opportunità e affermarsi all’ estero, come hanno testimoniato gli imprenditori e gli studi di architettura coinvolti in varie tavole rotonde durante il Summit. Made in Italy però significa anche( e ancora) frammentazione, e frammentazione significa“ nanismo” in un contesto mondiale in cui sempre più spesso produttori, architetti e distributori si ritrovano a competere con colossi mondiali con
indici da capogiro per numero di dipendenti, capacità produttiva, performance di time to market e presenza worldwide. Competitors di fronte ai quali molte imprese, soprattutto PMI, si sentono piccole, impotenti e sempre più disposte a prendere in considerare operazioni finanziarie( mergers – andacquisition, buy-and-build) promosse“ per scalare, internazionalizzare e valorizzare il know-how artigianale italiano”. È un tema delicato e discusso, che torna per la seconda volta in questo spazio editoriale, ma torna soprattutto nei possibili scenari di molti imprenditori italiani, anche del settore arredobagno, sia produttori sia rivenditori, che iniziano a considerare in questi tempi così incerti una possibile e a volte sofferta cessione di quote. Pare siano davvero tante le telefonate che arrivano ogni giorno negli uffici di società come TIP- Tamburi Investment Partners e Made in Italy Fund II, testimoniano gli stessi CEO. D’ altronde la Cina fa paura, lo ha dichiarato anche Claudio Feltrin, Presidente FederlegnoArredo, perchè " la storia del settore automotive fa pensare …". Insomma, rispetto al 2019 il settore dell’ arredo Made in Italy mantiene valori più alti seppur stabili o leggermente in calo, ma rispetto al 2019 ha molti più problemi di statura e soffre di una sorta di nanismo strutturale che potrebbe prima o poi penalizzare soprattutto chi è più debole per identità, capacità di investimento e fare rete. E proprio a questo punto che Palomba scuote gli animi della platea con la sua affermazione.“ Nani, nani, nani … attenzione, noi siamo nani dai tacchi alti” e inizia a raccontare belle e note storie di successo di aziende italiane che nel mondo tengono alto il valore( e il mercato) del Made in Italy. Insomma, i tacchi ci salveranno dalla finanza!
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