EDITORIALE #
FIERA , OSSERVATORIO O EVENTO CULTURALE ?
CRISTINA MANDRINI cristina . mandrini @ dbinformation . it
DA UN PO ’ DI TEMPO TRA GLI ADDETTI ALLA STAMPA DI SETTORE CIRCOLA UNA DOMANDA : è utile che le fiere si trasformino in “ altro ”? Che sia un fenomeno in corso ne abbiamo avuta ulteriore chiara evidenza in occasione della recente conferenza stampa del Salone del Mobile . Milano 2025 , che è stato presentato come un grande e prezioso contenitore di eventi culturali . Una fiera in continua trasformazione dunque il Salone , che solo nel 2024 comunicava di cambiare pelle modificandosi da fiera a osservatorio . Tutti percorsi plausibili e credibili finora . È innegabile infatti il valore di grande spessore e utilità dell ' osservatorio promosso dal Salone lo scorso anno e maturato intorno al tavolo di lavoro creato da Francesco Zurlo , Preside della Scuola del Design del Politecnico di Milano , insieme a Stefano Maffei , Professore ordinario Dipartimento di Design - Politecnico di Milano , stimati osservatori e studiosi di metamorfosi culturali rilevabili come input / output del settore del design , capaci di sviluppare metodi innovativi di analisi e restituzione : trend , fenomenologia , ma soprattutto dati e strumenti operativi . Che cosa ne pensano però gli espositori del Salone di questa metamorfosi ? Che cosa ne pensano le aziende del mobile , in particolare quelle piccole e medie che tuttora rappresentano la linfa del sistema mobile italiano , e sono abituate ( e interessate ) ad usare i loro manufatti come principale mezzo di comunicazione ? Hanno davvero bisogno di grandi eventi culturali per mostrare la sostanza dei loro prodotti e per rendersi visibili al grande pubblico internazionale ? E se è vero che “ la cultura non è certo un bollino da appiccicare alla fiera ” ma è parte integrante della fiera , come dovremmo chiamare il Salone in futuro ? Il Salone della Cultura del Mobile ? Perché no , purchè ci si intenda sul significato di cultura applicata all ' impresa come volano di promozione . Purchè si parli di cultura di impresa insomma e della sua forza come valore aggiunto . Un esempio . Nel quadro di un ’ economia italiana sempre più spostata verso i servizi e in continuo calo dal febbraio 2023 , nonchè penalizzata dall ' economia tedesca ai minimi termini e con previsioni di crescita minima , e da quella francese oppressa dal debito pubblico e bloccata dall ' austerity , l ’ industria made in Italy dei beni di consumo - secondo recenti studi - rischia di perdere valore aggiunto a causa della scelta di competere con l ’ industria mondiale semplicemente tagliando il costo del lavoro ( negli ultimi tre anni i salari italiani sono calati più che in altri paesi europei ), con vantaggi e profitti nel breve periodo , ma per nulla strategici nel lungo periodo , perché ... dall ' altra parte del mondo ci sarà sempre un produttore in grado di produrre gli stessi beni , durevoli e non durevoli , a costi inferiori . Questo è un tema culturale , che indice molto sull ' andamento dei mercati nonchè sul posizionamento e sulla reputazione delle aziende , chissà forse anche sulla qualità di una fiera intesa come “ operatore ” strategico all ’ interno della filiera di un settore , e come partner in grado di progettare in sinergia con il mondo produttivo e con la loro futura clientela . Prima del Salone quest ' anno visiteremo altri appuntamenti internazionali come KBIS a Las Vegas e ISH a Francoforte e comunque , si sa , l ' ardua sentenza della buona riuscita di questi eventi sta sempre nei numeri .
PS : a proposito di numeri , quello che state per sfogliare sarà l ’ ultimo numero del Bagno Oggi e Domani con la veste grafica che ci ha accompagnato fin qui ; dal prossimo fascicolo la rivista sarà più leggiadra e più leggibile !