Avremmo voluto acquistare la rubinetteria Signorini di Firenze !
Il titolo di questo intervento , altro non è che antiche e spontanee informazioni che ebbi modo di raccogliere fra il 1973 e l ’ anno successivo , mel mio doveroso pellegrinaggio , di apprendistato presso le attività piccole o medie che producevano accessori , rubinetteria , sanitari , rivestimenti e anche luci finalizzate allo spazio bagno , cui i miei Editori del tempo avevano da poco deciso di pubblicare una rivista specializzata per promuovere , non solo in Italia , il bagno come stanza dal valore aggiunto . Di questa squadra di visionari , facevo parte , assumendomi nel co-fondare la pubblicazione , le mie giuste responsabilità aziendali . Ero ben consapevole che sarei dovuto andare a capire , presso le piccole e medie industrie di quel tempo , come nascevano i prodotti e come venivano venduti ai connazionali desiderosi di dedicare al luogo bagno una maggiore attenzione funzionale e cromatica che non conviveva - quasi mai - con i progetti costruttivi della stragrande parte dell ’ edilizia post-bellica in cui oggi molti vivono . Fu così che , andando per le più conosciute rubinetterie , indicate da chi ne sapeva di più , ebbi modo di cogliere il grande lavoro manuale che atteneva ad ogni oggetto di ottone ( corpo tozzo da rifinire ) con tutta una manualità quasi del tutto sparito oggi con l ’ innesto negli stabilimenti di robot finalizzati a soppiantare gli individui preposti e la loro manualità pressoché perfetta . Rammento di avere visitato realtà produttive , fra aziende dove si realizzavano gli emettitori di acqua potabile per le abluzioni quotidiane , nel bresciano , in Toscana e nel distretto novarese , verso il Lago d ’ Orta . Una realtà produttiva che non avrei immaginato così diffusa nei territori descritti poco prima . Fra le affermazioni che da neofita trentacinquenne , che veniva dal marketing di un grande produttore di vetture , mi stupivo per le lavorazioni e chiedevo con assoluta onestà intellettuale , quali fossero per quei titolari di azienda con i quali mi intrattenevo , per parlare loro de “ il Bagno Oggi e Domani ”, quali fossero i concorrenti più interessanti e di riferimento . Raccolsi un po ’ di risposte con varie segnalazioni ma il nome che uscì in più di una occasione soprattutto da quelli che erano ritenuti i più forti industriali nel produrre rubinetteria cromata residenziale , quello di Signorini , una piccola realtà che conobbi solo un paio di anni dopo , andando a Firenze , per togliermi la curiosità , anche di questa segnalazione . In effetti questa piccola realtà toscana mi sembrò più che una fabbrica di rubinetti una sorta di gioielleria , un certo disordine creativo , entro il quale un numero ridottissimo di addetti , lavoravano alacremente . Negli anni tutto mi fu più chiaro e ne segui il percorso con l ’ amico ingegnere Castagnoli finchè rimase a bottega . Ciò premesso , ritengo , senza voler fare promozione che la recente acquisizione di questo marchio nobile della rubinetteria italiana , da parte di Maurizio Bellosta CEO della omonima azienda di Briga Novarese , lascia intendere - come scriveva il collega Marcello Bussi di “ Milano Finanza ” pochi giorni fa - che sicuramente le capacità anche commerciali del managment Bellosta , permetteranno al brand Signorini di rioccupare una posizione di alto profilo in quella sua nicchia . Come veniva indicato , già cinquant ’ anni addietro dagli industriali , che avvicinavo : tutti coloro che erano più attenti a valutare la concorrenza , senza invidie spasmodiche . ( OGC )
La grande attualità progettuale di Antonia Campi
Artefice di un incontro culturale mirato di questa designer valtellinese , scomparsa qualche anno addietro , dopo una vita dedicata a donare forme e applicazioni ceramiche ( le più disparate per una artista poliedrica , con una attività quasi sconfinata , andata ben oltre i suoi 98 anni raggiunti progettando ), la professoressa Anty Pansera , storica e critica del design , ne ha ricavato una assai interessante “ talk ”, organizzato presso “ Insula delle Rose ”, showroom in via Goito a Milano , luogo dove Mariacristina Giobbi , la dinamica titolare , considera indispensabile la cultura nel settore . Circondati da alcuni pezzi esposti in questo luogo , dove si propongono soluzioni di interni anche per il bagno , oltre che per la casa , abbiamo potuto vedere soprattutto sanitari esposti che rientrano nella indubbia capacità decorativa che l ’ amica - anche di chi scrive questa notizia - Neto Campi ( Compasso d ’ Oro alla carriera , assegnatole a Roma nel 2011 ) ha sempre avuto come sua caratteristica della lunga e curiosa ricerca decorativa perseguita nei decenni , nel realizzare statue , oggetti per la casa e sanitari , che sono stati oggetto di alcune mostre in giro per l ’ Italia e che in buona parte sono raccolte nel Museo della Terraglia a Laveno Mombello , coordinato da Anty Pansera e borgo dove Campi negli stabilimenti SCI , ha lavorato per molti anni prima di ritirarsi nel suo studio di Appiano Gentile . Tornando all ’ incontro di quasi fine novembre e condotto da Anty Pansera , che mi piace ricordare , in questa sede , a sua volta nominata Compasso d ’ Oro alla carriera non come progettista , bensì quale grande conoscitrice dell ’ arte , del design contemporaneo e non solo di quello che appartiene al nostro Paese . Scrittrice di libri fondamentali nella progettazione che comprende un recente volume-ricerca sul Bauhaus , valutato al femminile , che non è il suo titolo reale che evidenzia una sua ricerca - mai fatta prima da chicchessia - sull ’ apporto delle donne nella progettazione , ai tempi di Weimar nella Germania , che stava modificando il proprio assetto politico . Tornando all ’ incontro sulle attività di Antonia ( Neto ) Campi , il talk si era concluso con un dibattito molto piacevole sul personaggio e una sua contemporaneità , avendo la medesima disegnato sanitari che ancora oggi ( compreso colui redige la cronaca di questo incontro ), ritroviamo in molti bagni di oggi . ( OgC )