EDITORIALE
POI CI STRATTONANO LA GIACCHETTA
Oscar G. Colli
Avvertenza prima dell’ uso di questa opinione. Come in tutte le istruzioni che affiancano qualsivoglia oggetto posto sul mercato, a partire dai“ bugiardini” della farmacopea, vorremmo chiarire al nostro Lettore – a cinture allacciate e portelloni serrati – come il commento che segue questa introduzione non riguardi noi, umili narratori degli accadimenti e dediti all’ osservazione delle casistiche di settore, bensì l’ attenzione la poniamo alle aziende produttive tutte, cui aggiungeremmo anche quelle distributive( di buon livello non solo scenico), che operano nell’ arredobagno. Si rulla sulla pista per prendere l’ abbrivio, secondo i dettati della navigazione aerea di linea, decollando dal concluso Salone del Mobile 2025 e dagli eventi cittadini a corollario. Quella costellazione chiamata a rappresentare la doppia e contestuale- nonché autonoma- iniziativa:“ il fuorisalone”, formato da centinaio di luoghi a presepio. Estemporanei negozi a tempo, più altrettante vetrine stabili. Il tutto distribuito nei quartieri elevati a luogo simbolo del progetto democratico( superfluo compreso) a favore dell’ abitare. Se poi parliamo di progetto, sostantivo latinizzante che ormai sovraintende alla ricerca più sopraffina di prodotto, noi“ scriba” di questo companatico ci cibiamo da decenni. Non soltanto per curiosità morbosa ma per cogliere in anticipo le cose pensate e poi tradotte in beni più o meno durevoli. In fondo siamo consumatori seriali a nostra volta, con il solo vizio professionale aggiunto: fare osservazione pignola perpetua! Partiti dalla visita in Fiera a Milano, saltabeccando nei padiglioni per cogliere il sapore corrente della progressiva crescita che la creatività fedelmente accompagna, a dispetto delle cosmiche storielle politico-economico di questa epoca, l’ italica imprenditoria dedicata alla stanza da bagno( comprensiva della zona benessere) in numero rilevante e qualificato esponeva fuori recinto fieristico: in città, in un clima paritetico ai recenti giorni della moda milanese: le“ limousine” di colore blu, la flotta Uber verniciata nero-fordiano, hanno riempito di visitatori professionali le strade cittadine e limitrofe. Colori, fogge, materiali naturali e innovativi, in un mix di“ profumazioni” stimolanti nel percorrere i corridoi fieristici e le strade cittadine. Entrambi i luoghi hanno saputo esprimere momenti di grande interesse; indicazioni destinate ad essere protagoniste nella progettazione di interni ed esterni, del prossimo venturo. Torniamo però al titolo, che sembra sottratto ad una commedia di Scarpetta, affrontando con solide parole gli effetti che il sostantivo“ design” ha provocato in questi anni, dove il termine( talvolta abusato nell’ applicazione) trova occasioni plurime per far diventare attrattivo qualsiasi manifestazione di arredo. Abbiamo però tutti colto come l’ abbinata Salone del Mobile e fuorisalone funzioni. L’ effetto non è così facilmente trasferibile ovunque in Italia e neanche nelle nazioni dove le fiere riscuotono grande credibilità ma senza aggregare appendici. Sull’ onda di questo successo sono nate altre iniziative in giro per il nostro Paese. Fatte salve un paio, riteniamo che non vi sia più spazio per altri eventi simili. Ascoltando il mondo imprenditoriale di casa nostra, abbiamo colto come veleggi una certa preoccupazione:“ gli Organizzatori di nuove fiere ed eventi- mirati al design- finiscono per essere foraggiati da noi che dobbiamo suddividere con attenzione i nostri impegni promozionali. Così ci tirano per la giacchetta per farci aderire a future mostre. Ma il Salone di Milano è altra cosa, ha saputo da anni rendere tutta la città parte di un evento globale. il " fuori " funziona perchè esiste una fiera vasta e credibile, completata dalle aperture pomeridiane e serali nel borgo( talune operative sino a notte fonda), dove gli oggetti si miscelano con le etnie più disparate e gli idiomi più o meno musicaleggianti. Ci congediamo da voi Lettori, con l’ accenno propositivo della campagna promozionale di Unicredit. Questa importante banca italiana ha tappezzato con cartellonistica le città avvalendosi del seguente slogan:“ I tuoi sogni a portata di mano”, completando l’ immagine con una vasca dalle morbide forme del design contemporaneo. La pubblicità di questo Istituto di Credito, conclude sul manifesto con una frase auspicata dalla catena del valore di ottimo effetto:“ per-cambiare-finalmente-lo-stile-delbagno!” Sottoscriviamo, anche noi non il conto corrente, bensì la gradita e gratuita spinta promozionale!
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