Il Bagno Oggi e Domani Apr/Mag 2025 | Page 4

EDITORIALE

CLIMA DA BOLLINO BIANCO

Ph. Claudia Reali
Cristina Mandrini cristina. mandrini @ dbinformation. it
Come reagirebbe secondo voi una giornalista in visita al Salone del Mobile, alla ricerca di notizie e novità, sulla soglia di un promettente grande stand di ceramica e arredobagno, carica di interesse e curiosità, se dopo aver accettato di inquadrare il qr code senza lamentarsi, compilato il form inserendo dati reali( sic!), aspettato con pazienza la mail di conferma, mostrato finalmente il pass sorridendo nonostante tutto … fosse pure costretta a coprire la fotocamera del proprio cellulare con un bollino bianco, fornito con gentilezza dall’ innocente steward, custode di turno dei segreti dell’ espositore? La risposta è facile: rifiuterebbe il gentile invito a coprire la fotocamera, strumento necessario per raccogliere informazioni e utile per fare cronaca, e rinuncerebbe a visitare lo stand come forma di resistenza al dilagare di un’ altra malsana abitudine, che rende sempre più difficile il libero accesso agli spazi espositivi in fiera così come in città. Morale? Si porta a casa la notizia, ma non la novità. Il clima è un po’ questo e non è nuovo, se ne discute da un po’ e tutti ne sono consapevoli, aziende, architetti e distributori, gli stessi organizzatori di fiere e di eventi. Certo, non è la fine del mondo ma cozza un po’ con principi tanto acclamati quali inclusività, accessibilità, design democratico. Pazienza, ce ne faremo una ragione. È tanta la mole di eventi e proposte durante i grandi eventi che la materia per fare cronaca e definire tendenze non manca di certo. Ci sono barriere ben molto più difficili da accettare se parliamo di mercati e di merci. Oltre ai bollini bianchi nell’ aria ci sono anche i dazi. Prima di affrontare il Salone e la design week, lo leggerete, siamo stati a Las Vegas( in febbraio, al KBIS) e a Francoforte( in marzo, all’ ISH), passando dal gran-
de sogno americano alla grande altalena delle borse europee e di tutto il mondo. Mentre noi scriviamo, la notizia è che Donald Trump ha appena deciso di congelare i dazi previsti per l’ Europa per qualche mese, quando voi leggerete chissà … Neppure le aziende ci stanno pensando troppo, così ci raccontano. Tutto sommato il cambio è favorevole e comunque la distribuzione di prodotti made in Italy per il project bagno e wellness è forte, ha buone basi e clientela alto spendente. La vera preoccupazione delle aziende italiane è invece un’ altra e ci interessa molto di più, perché riguarda la storia delle imprese di un settore che rischia di disperdersi e perdere il suo sapere, con gravi conseguenze sociali e economiche sul territorio, su grande come su piccola scala. Ci sono voluti decenni per costruire un metodo e una filiera adatti a valorizzare, e a far crescere, esperienze imprenditoriali e artigianali nate grazie a un piccolo patrimonio di idee, conoscenze manuali e tanta voglia di mostrare il sapere fare attraverso prodotti sinceri. Molte di queste realtà sono diventate grandi aziende conosciute in tutto il mondo, dotate oggi di un grande patrimonio tecnologico, umano e finanziario ma con lo stesso ideale di prodotto di un tempo: un prodotto pensato e onesto, degno di un cliente con cui costruire un rapporto leale. Questa realtà da qualche tempo è messa in discussione da dinamiche industriali, commerciali e finanziarie che tendono a creare monopoli e ad allontanare sempre di più l’ utilizzatore dal produttore, mentre lo avvicinano sempre di più al brand … che spesso non ha nulla a che fare né con chi produce né con chi vende. Ci sono già passati molti settori, dalla moda all’ automotive, non piace l’ idea che oggi sia a rischio anche l’ impresa del benessere. Teniamoci il bollino, purché resti bianco.
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