IAMAQ MAGAZINE Part III | Page 77

IAMAQ Magazine 3/2020

L’originalità alquanto provocatoria di quel testo, stimolò una seria discussione intorno alla stato penoso in cui verteva la poesia ai giorni nostri. Il mondo poetico di solito, difficilmente affronta i veri problemi della società. La poesia è una sintesi importante dell’anima, e quindi deve presentare pur con metafore e paradossi il mondo che ci circonda. Cavagna sosteneva che ci deve essere uno stretto contatto tra la poesia, l’arte e la vita; come pure un forte legame tra poesia e società, se no l’arte e la poesia non hanno senso: muoiono. Un vero poeta è una forza liberatrice, che rompe gli schemi abitudinari dei conformisti, degli opportunisti, dei benpensanti e dei conservatori. Affrontammo il problema dello sfilacciarsi dei rapporti interpersonali, della vita frenetica, assurda e senza senso che viviamo quotidianamente. Se il poeta parla per paradossi, il lettore deve accettare le cose incredibili che dice, la sospensione della razionalità; perché spesso la realtà stessa è molto bizzarra. Il poeta vero si mette sempre in gioco, anche a rischio di quel tragico isolamento che colpisce chi cerca la verità. È inutile dire che ci trovammo perfettamente d’accordo. Gabriele era molto attento alle novità, disponibile, a tutte le possibilità di divulgazione del messaggio poetico. Infatti quando Roberto Denti lo coinvolse nell’arte quantistica, me ne parlò entusiasta, così aderimmo di buon grado, anche con la consapevolezza che prima o poi la fisica quantistica, che è la nuova poesia, ci spiegherà come e dove la scienza ci salverà … Insieme partecipammo alle tante Manifestazioni programmate da Roberto. Interessantissime, di respiro internazionale, quelle che si svolsero alla Palazzina Liberty di Milano. Gabriele non aveva soltanto una inventiva e una maestria poetica eccezionale, ma soprattutto, una visione umana, “troppo umana”, del mondo. Ritornando alla poesia “L’IMMORTALE”, quando la vecchia signora di cui parla la poesia, gli si presentò con il coloratissimo vestito del coronavirus (simili alle le sue suggestive “creazioni” elaborate al computer) lui, sempre disponibile, no, non disse che non aveva tempo …

Luigi Giurdanella

1 dicembre 2020