I PIACERI DELLA VITE NUMERO 5 - DICEMBRE 2017 | Page 73
all’anno zero, grazie a popolazioni co-
me Ernici ed Equi che, già dal 1.000 a.c.,
abitavano e coltivavano queste terre;
tuttavia, solo nel 133 a.c., con l’arrivo
dei Romani, si iniziarono a disboscare
ampi declivi per potervi coltivare la
vite. Ecco, il termine “ cesanese” deri-
verebbe proprio dal vocabolo latino
“ Caesae ”, che indica appunto il taglia-
re: il Cesanese sarebbe quindi il “vino
ottenuto nelle terre dagli alberi ta-
gliati”. Questo, tra l’altro, era un vino
già molto apprezzato dagli Imperatori,
tanto da indurre sia Traiano che Nero-
ne a costruirsi una villa in questi luoghi
per godere delle bellezze del posto e
della bontà dei suoi vini.
Nel Medioevo, la coltivazione della vite
è invece continuata grazie alla pre-
senza in queste zone di diversi mo-
nasteri nei quali, tra l’altro, vennero
effettuate numerose sperimentazioni.
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Il crescente miglioramento della pro-
duzione fece diventare il Cesanese
il vino dei preferito dei Papi anagnini
(come Innocenzo III e Bonifacio VIII)
finché, agli inizi del ‘900, premi e rico-
noscimenti alle sue qualità comincia-
rono ad arrivare anche dall’estero.
Del resto questo vino è sempre sta-
to un elemento cardine della cultura
contadina di questi borghi che, con
costanza e passione, ha continuato
a tramandarsi nei secoli e si protrae
tutt’ora: non a caso, la folkloristica e
tradizionale “Sagra dell’Uva Cesanese”
nel centro storico di Piglio è arrivata
a toccare quest’anno la sua XLIV edi-
zione, facendo registrare un’ottima
partecipazione di pubblico di tutte le
fasce d’età. Come se non bastasse,
dal 2011 il Cesanese del Piglio è anche
diventato il primo e unico vino rosso
del Lazio a potersi fregiarsi della DOCG.
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Dal 2011 il “Cesanese
del Piglio” è diventato
il primo e unico vino
rosso del Lazio
a potersi fregiare
della DOCG.
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