I PIACERI DELLA VITE NUMERO 5 - DICEMBRE 2017 | Page 24

tour de force, ma anche stavolta non resistiamo ad una veloce visitina al suo interno. Del resto l’accesso è libe- ro ma, specie la prima volta, sarebbe consigliabile prenotare una visita gui- data per poterne carpire ogni segreto (e per evitare di perdervisi all’interno!). Questa cantina infatti, è un qualcosa di davvero monumentale. Non a caso la bottaia principale, in cui vengono custodite le botti più grandi, è anche detta “La Cattedrale”. E’ uno spazio impressionante, che ricorda proprio la struttura di una chiesa, con navate, ar- chi, colonne e un soffitto altissimo: un vero e proprio Tempio di Bacco. Questa è la nostra terza visita a que- sta cantina, eppure, en- trando in questa sala meravigliosa, lo stu- pore è ancora quel- lo della prima vol- ta e, nonostante oggi i sapienti giochi di luce ne amplifichino la suggestione, possiamo solo immaginarci quale incredibi- le meraviglia po- tesse accogliere i cantinieri quando l’intero ambiente era rischiarato soltanto dal bagliore vivo del fuoco di torce e candele. E poi c’è la maestosità delle enormi botti di rovere di Slavonia, tuttora utilizzate per l’affi- namento del Nobile, che anche stavol- ta ci lasciano senza fiato. Sono oggetti talmente grandi che mai sarebbero po- tute passare per le porte di accesso. Per questo motivo - come ci spiegano i custodi - i mastri bottai hanno dovuto trasportare le singole assi all’interno della cantina per poterle poi assem- blare direttamente sul posto. Dalla sala principale, il nostro lungo giro all’interno dell’immensa cantina conti- nua tra una serie di altri cunicoli e sale minori, nelle quali vengono conser- vati altri tonneaux, barrique francesi, antiche bottiglie e reperti storici e in cui 24 cui tutto è pervaso dal profumo pun- gente di centinaia di annate di Vino No- bile. Finalmente torniamo ad intrave- dere vedere la luce del giorno ma, pri- ma dell’uscita, troviamo ad attenderci il consueto banco di degustazione, al quale ovviamente non possiamo sot- trarci. E così, aiutandoci con ottime bruschette all’aglio e un’abbondante selezione di companatici locali, strap- piamo anche un assaggio degli ottimi rossi di Cantina De Ricci, dal morbido Rosso Toscano IGT “Trabalze” fino al più strutturato e complesso Nobile DOCG. A questo proposito ci piace ri- cordare che, sebbene oggi la produzio- ne venga effettuata nella più recente struttura azien- dale di Fontecornino, l’invecchiamento del vino, nel rispetto di una tradizione pluricentenaria, avviene sempre e comunque al- l’interno della storica “ Catte- drale ”. E’ quasi inutile dire che la congiunzione di questi luoghi ai sapori locali sia un qualcosa di assolu- tamente perfetto, un antico connubio che elargisce ai sensi un godi- mento tale da far perdere la cognizione dello spazio e dello tempo a chiunque. Peccato che, non appena fuori da quelle spesse mura di tufo e mattoni di argilla, veniamo invasi da una serie di implacabili trilli che ci riportano impietosamente alla realtà: è il nostro smartphone che è tornato di nuovo a funzionare e ci rammenta fra- gorosamente che è giunto il momento di rimettersi in viaggio. Così torniamo velocemente al parcheggio, entriamo in auto e impostiamo il navigatore in direzione del casello di Valdichiana. Ad attenderci, altri duecento chilometri di piatto e monotono asfalto. Ma, ad ac- compagnarci, abbiamo ancora in bocca tutto il sapore di Montepulciano. ■ 24