I PIACERI DELLA VITE - NUMERO 2 - APRILE 2017 | Page 49
“Quando penso al Vinsanto, penso a
mio padre che lavorava le uve nel
sottotetto della casa di famiglia. La
mia è una storia semplice come le cose
buone che provengono dalla Toscana,
dalle colline di San Miniato dove sono
nato e dove ho deciso di proseguire
una piccola tradizione familiare: fare il
Vinsanto. E’ una terra buona quella di
Terralba dove oggi risiedo e dove pro-
duco il mio Vinsanto, una terra dove
i miei ricordi sono spesso legati a que-
sto vino “di paglia” che lascia appassi-
re le uve sulle stuoie, sulla paglia
appunto o sui graticci come faccio io.
Tutto nasce a Terralba, la collina di
San Miniato dove mio padre andava a
prendere le uve e che mia madre da
bambina guardava da lontano, dalla
collina opposta come un luogo quasi
fiabesco a cui era molto legata. Terral-
ba non è solo un luogo che la natura
ha dotato di caratteristiche uniche e
speciali proprio per la coltivazione
di straordinarie uve Trebbiano ma è
anche dove ho deciso di “costruire la
mia casa” di Poggio Terralba, lo stesso
nome che dal 1993 ho dato al mio Vin-
santo.
Sono sempre stato uno sperimentato-
re, vivendo in un luogo già di per sé
naturalmente dotato di tutte le carat-
teristiche richieste per produrre un
ottimo Vinsanto, ho deciso di mettermi
alla prova creando un piccolo Cru,
lavorando su due vitigni, Trebbiano e
San Colombano.
Proprio del San Colombano si hanno le
prime notizie nel Trecento: il Sacchetti
(1330-1400), che visse e morì a San Mi-
niato, cita in una novella, tra le uve di
quel tempo, la San Colombana. Altre
citazioni si trovano nei testi di Giovanni
Battista Landeschi che per quasi tren-
ta anni assunse il ruolo e il nome di
"parroco samminiatese", col quale
resterà noto. La fama del Landeschi
resta legata al libro che stampò anoni-
mo a Firenze nel 1775, col titolo
di Saggi di agricoltura di un parroco
samminiatese.
Veduta sulla collina
vitata a trebbiano
su cui ha sede l’azienda
agricola di Giorgio
e Iacopo Brogi.
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