Se oggi sono vignaiolo lo devo proprio al compianto Gino Veronelli …
scorciatoie. Di fortunato in questi anni è stata invece l’ opportunità di acquistare quella prima vigna, vecchia di 90 anni, con quegli splendidi alberelli che ogni anno ci regalano le meravigliose uve da cui produciamo i nostri vini >>.
■ Provieni da una famiglia di militari, eppure per te stesso hai scelto la terra, gli ulivi e le vigne. Ma quanto c’ è di quella educazione militare, che avrai necessariamente respirato anche in casa, nella tua attuale dedizione al lavoro e nella tua ormai famosa ostinazione nella ricerca della perfezione in vigna e in cantina? << Il mio papà era una dirigente del Ministero della Difesa, precisamente della Marina. Lui chiaramente aveva immaginato un futuro diverso per me: mi voleva iscritto al Liceo scientifico, per poi fare il Collegio Navale e poi l’ Accademia navale a Livorno. Eppure sono riuscito a dissuaderlo da questa idea ed è così che mi sono iscritto all’ Istituto di Agraria e poi in seguito al corso di Enologia. Tuttavia quel suo senso di disciplina me lo sono portato dietro per tutta la vita, sia nella mia iniziale attività di professionista, che nel mio successivo lavoro di vignaiolo >>.
■ Sarà un caso, ma entrambi i protagonisti delle nostre due precedenti copertine ci hanno raccontato del loro illuminante incontro con Luigi Veronelli. Sia Bruno Vespa che Daniele Cernilli lo hanno definito“ un Maestro” e ci hanno confessato di aver attinto molto dal suo sapere o di essere stati indirizzati a questo mondo da lui. Sappiamo che anche il tuo incontro con Veronelli fu l’ inizio di qualcosa di importante. Puoi raccontarci come andarono le cose veramente? << Beh, devo dire che se oggi sono vignaiolo lo devo proprio al compianto Gino Veronelli. Il nostro primo incontro avvenne nel‘ 99, anno in cui mi occupavo di un progetto della Comunità Europea per conto di un’ Associazione olivicola. Nello stesso periodo Gino aveva fatto uscire una nuova Guida sugli oli. Appena riuscii a sfogliarla mi resi conto che non era stato inserito nemmeno un olio della provincia di Taranto, cosa che mi lasciò a dir poco perplesso, perché ben conoscevo il potenziale di quel territorio. Rimasi un po’ deluso e anche spinto da un forte senso di appartenenza al mio territorio, alla fine mi decisi a chiamarlo. Gli feci subito notare quella“ mancanza”, ma da lì nacque una bellissima conversalllll
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