I PIACERI DELLA VITE NUMERO 1 - FEB 2017 | Page 7

RINASCE IL VINO DEI BORBONE
IN SARDEGNA IL VINO PIÙ ANTICO DEL MEDITERRANEO
Non i Fenici , ma i sardi . Sono stati loro la prima popolazione a coltivare la vite per produrre vino nel Mediterraneo . Accadde tutto questo ben 1000 anni prima di Cristo . L ’ ipotesi è stata confermata da una nuova ricerca portata avanti dal Centro Conservazione Biodiversità dell ' Università di Cagliari , guidato dal professor Gianluigi Bacchetta . Già 2 anni fa il botanico aveva dimostrato come alcuni resti organici risalenti all ’ Età del bronzo medio , ritrovati in un pozzo accanto ad un nuraghe nelle vicinanze di Cabras , fossero in realtà semi di vite , in particolare di vernaccia e malvasia . Questa volta invece , il team del Prof . Bacchetta ha esaminato i residui organici contenuti all ’ interno di un torchio nuragico ritrovato a Monastir , presso il Monte Zara , trovando tracce dell ’ acido tartarico presente nell ’ uva , dimostrando quindi che quel torchio serviva proprio per produrre vino . Dallo studio risulta inoltre che , con buona probabilità , si trattava di una produzione di vino rosso : una sorta di Cannonau di quasi tremila anni fa ! Una scoperta che , allo stato attuale delle conoscenze , permette quindi di attribuire ai sardi il merito di essere stati i primi produttori di vino dell ’ area del Mediterraneo .
A TRENTO UN NUOVO CORSO DI LAUREA IN ENOLOGIA
L ' Università di Trento ha dato il via all ' iter che porterà all ' istituzione del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia presso il proprio Ateneo . Il corso , che dovrebbe partire dall ’ anno Accademico 2017 / 2018 , avrà sede a San Michele all ’ Adige e prevederà un test d ’ ingresso con numero limitato a 75 studenti .
UN 2016 SUPER PER LE BOLLICINE DI FRANCIACORTA
Un anno da incorniciare per le bollicine “ made in Franciacorta ”. Il 2016 si è infatti chiuso con un incremento di fatturato del 7 % rispetto all ’ anno precedente e un + 16 % di spedizioni all ’ estero . A spopolare sono soprattutto le tipologie Rosè e Satèn , le cui richieste sono lievitate di quasi il 20 %. Questo è quanto emerso dal consuntivo di fine anno del Consorzio di Tutela . Un dato che va di pari passo con l ’ aumento di notorietà del brand “ Franciacorta ”, sia nella conoscenza collettiva , che nei giudizi delle guide di settore . E l ’ obiettivo per il nuovo anno è semplicemente quello di migliorare ancora , sia nei numeri che nell ’ immagine . Prevista infatti la costruzione di una nuova e più adeguata sede consortile e poi , soprattutto , una revisione del Disciplinare di produzione che punta ad un incremento ulteriore della qualità del prodotto finale .
Dopo il rosso pompeiano Igp “ Villa dei Misteri ” che , con tecniche di 2000 anni fa ’, vuole riproporre il vino degli antichi Romani a Pompei , sta per arrivare anche il ” Pallagrello della Reggia ”. Così sarà chiamato il vino della Reggia di Caserta , che verrà prodotto nell ’ antica vigna borbonica di San Silvestro , area nella quale fu catalogato per la prima volta il vitigno autoctono del pallagrello ( bianco e rosso ), allora chiamato “ piedimonte ”. Questo almeno nelle intenzioni dei promotori che , attraverso un avviso su Facebook , stanno cercando qualche volenteroso viticoltore a cui affidarne la produzione per i prossimi 15 anni .
BIRRA BELGA PATRIMONIO DELL ’ UMANITA ’
A quanto pare l ’ UNESCO avrebbe recentemente inserito la birra belga nella lista dei “ Patrimoni Immateriali dell ’ Umanità ”. Se da un lato il Belgio può essere pacificamente definito la patria della birra , dall ’ altro includere in questo elenco una bevanda alcoolica potrebbe forse sembrare un po ’ azzardato . E invece dall ’ Unesco rispondono che in realtà la birra non è una semplice bevanda , poiché non solo costituisce un importante ingrediente per la preparazione di numerose specialità culinarie , ma soprattutto rappresenta un vero e proprio patrimonio culturale , da secoli legato alla vita e ai costumi di tante popolazioni . E come tale merita di essere salvaguardato .
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