Queste parole, recitate quasi in coro da Alessandro, Gian Carlo, Davide, Sergio e Marco, riassumono il desiderio di infanzia di un gruppo di amici, di far rivivere la produzione dell’ Erbaluce Passito, vino autoctono del Canavese in Piemonte. Questa storia è ambientata a Settimo Rottaro, in provincia di Torino, tra le colline dell ' Anfiteatro morenico di Ivrea, zona in cui questo vitigno, ha trovato la sua massima espressione qualitativa. Era il quaternario quando l’ immenso ghiacciaio Balteo, discendendo dalla vicina Valle d’ Aosta e portando con sé limo, rocce e detriti, plasmava la barriera collinare denominata“ Serra”. Ed è proprio su queste ricche pendici che oggi sorgono i vigneti di erbaluce, che traggono la loro specificità e unicità proprio dalla particolare composizione del terreno così formatosi.
E poi sullo sfondo c’ è il lago di Viverone, la cui placida presenza caratterizza in maniera importante le fasi della vendemmia, influenzando temperatura e umidità a cui è sottoposta l’ uva. Il fresco della notte ha effetti sorprendenti sui profumi dei futuri vini, mentre le nebbie mattutine avvolgono e proteggono i grappoli per poi dileguarsi, permettendo al sole di infondergli la giusta dolcezza. Questo è il contesto in cui ha sede La Masera, l’ azienda nata dalla tenacia di quel determinato e lungimirante gruppo di amici di cui vi parlavamo pocanzi. Questa realtà rappresenta la realizzazione di quel sogno, che tutti loro avevano immaginato da bambini: poter produrre un giorno l’ Erbaluce Passito, quel vino“ magico” di cui, nelle sere d’ autunno, parlavano con i loro nonni e genitori.
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