Guide agli itinerari più belli d'Italia Torino - Dic. 2013 | Page 19
Orto botanico di Torino
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Le 'tracce'di un Orto Botanico
universitario
in
Piemonte,
risalgono al 1560 quando,
presso lo Studio di Mondovì, fu
istituita
una
'Lettura
dei
semplici', trasferita a Torino nel
1566
e
progressivamente
decaduta insieme allo Studio
torinese per le guerre e
l'impoverimento della Corte.
45.05507°N , 7.68708°E
L'istituzione del nuovo Orto
Regio si realizza nel 1729 con
Vittorio Amedeo II nell'ambito del progetto di riorganizzazione
dell'Università. La 'Lettura dei semplici' venne sostituita con la 'Cattedra di
Bottanica', affidata a G.B.Caccia che oltre ad occuparsi dei semplici e della
revisione dei loro usi, avvia studi floristici sulle specie spontanee del
territorio e sulle esotiche, per la loro introduzione e acclimatazione.
L'area dell'Orto era inizialmente di circa 7000 metri quadrati, ripartiti in due
settori rettangolari, ciascuno con una vasca centrale, suddivisi in aiuole geometriche.
Nella seconda metà del XVIII secolo ebbero grande rilevanza gli studi floristici: il secondo Direttore Vitaliano
Donati, compì numerose esplorazioni in Piemontee all'estero; il suo successore, Carlo Allioni autore della 'Flora
Pedemontana' fu uno dei più importranti studiosi europei dell'epoca. Arricchì le colture vive dell'Orto ed iniziò la
collezzione di exsiccata, che costituiscono un importante nucleo dell'attuale Erbario. Inoltre le entità coltivate
vennnero in parte rappresentate mediante acquarelli eseguiti da pittori-botanici con rigore scientifico e talento
artistico e furono raccolti nei 64 volumi dell'Iconographia Taurinensis', iniziata nel 1752 e proseguita sino al 1868,
che rappresenta un unicum di circa 7500 tavole.
Nella prima metà dell'1800 nel giardino fu allestito un viale centrale e fu costruita una terza vasca: alcuni esemplari
arborei di quel periodo prosperano ancora oggi (Tilia tomentosa e Liriodendron tulipifera), altri sono perduti,
come Zelkova crenata, colpito da Graphium ulmi ed abbattuto nel 1985.
Nello stesso periodo fu allestito, sull'appezzamento donato nel 1796 da Vittorio Amedeo III, un 'Boschetto' di
gusto romantico. Sotto la direzione dei vari Direttori continuò l'incremento delle collezioni vive, in piena terra e
nelle serre che furono via via costruite. Le specie coltivate arrivarono con G.G.Moris a 12000 e questo fu il periodo
di massimo splendore per le collezioni vive.
Con il mutare dell'indirizzo degli studi botanici, alla fine del 1800 l'Orto andò perdendo spazi e mezzi a vantaggio
di nuovi laboratori e aule. Già dal 1881 la costruzione dell'Aula Magna, di laboratori e di un locale più ampio per
l'Erbario determinarono lo smantellamento delle serre nella parte centrale dell'edificio; nel 1929 altre riduzioni
furono imposte per la costruzione di aule destinate alla Botanica Farmaceutica e per la Biblioteca.