Guide agli itinerari più belli d'Italia Roma - Dic. 2013 | Page 5
Basilica di San Paolo fuori le mura
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La Basilica di San Paolo fuori le Mura è una delle quattro basiliche papali di
Roma, la seconda più grande dopo quella di San Pietro.
La chiesa si erge sul luogo che la tradizione indica come quello della
sepoltura dell'apostolo Paolo.
Qui i primi cristiani eressero una cappella sepolcrale successivamente
trasformata in basilica da Costantino e consacrata, sempre secondo la
tradizione, nel 324 da papa Silvestro I.
Già nel 385 si dette inizio alla ricostruzione in forme più ampie del tempio,
terminata nel 395 al tempo dell'imperatore Onorio.
Divenuta una delle tappe più importanti del pellegrinaggio a Roma, la sua
forma attuale si deve a Pasquale Belli che, in collaborazione con altri
architetti, la ricostruì tra il 1825 e il 1854.
41.85880°N , 12.47589°E
La facciata, decorata
nella fascia superiore
da
mosaici
ottocenteschi, è opera
di Luigi Poletti - autore
anche del campanile e
del pronao sul lato
settentrionale, quest'ultimo realizzato reimpiegando dodici
colonne già nella navata della chiesa precedente - ed è
preceduta da un grande quadriportico, disegnato alla fine
del secolo scorso da Virgilio Vespignani, al centro del quale
sorge la statua di San Paolo di Giuseppe Obici.
L'interno è suddiviso in cinque navate da ottanta colonne monolitiche di
granito (notevoli le sei della parete d'ingresso donate dal Viceré d'Egitto a
Gregorio XVI). La nave centrale, più ampia, presenta alle pareti mosaici con
ritratti di papi,che continuano anche nelle navate laterali, e affreschi con storie
della vita di San Paolo. Chiude la navata mediana l'Arco di Trionfo, decorato
da mosaici di V secolo purtroppo assai restaurati. L'altare centrale, al di sotto
del quale si trova la confessione e la tomba dell'apostolo, è sormontato dal
celebre ciborio gotico di Arnolfo di Cambio (1285), costituito da quattro
colonne di porfido rosso che sorreggono la copertura ornata da statue
angolarie mosaici colorati. A destra dell'altare grande candelabro per il cero
pasquale realizzato in marmo da Nicola D'Angelo e Pietro Vassalletto nel
1170. L'abside è dominata dal maestoso mosaico voluto da Innocenzo III
(1198-1216) e terminato al tempo di Onorio III (raffigurato in minuscole
dimensioni ai piedi del Cristo benedicente tra i santi Pietro, Andrea, Paolo e Luca). Nella fascia inferiore Apostoli,
Croce gemmata e Strumenti della Passione.
Al di fuori dell'abside si conservano i frammenti, assai restaurati, dei mosaici del Cavallini che decoravano l'antica
facciata. Nella vicina Cappella del SS. Sacramento, disegnata da Carlo Maderno forse con qualche contributo del
giovane Borromini, si trovano la tomba di Pietro Cavallini e due opere di grande valore fortunosamente scampate
all'incendio del 1823: un crocifisso del XIV secolo, attribuito allo stesso Cavallini, e una veneratissima statua lignea
di San Paolo della fine del Trecento. Dal transetto si può accedere al chiostro duecentesco dei Vassalletto, uno dei
più belli di Roma, con ricche e variegate colonnine binate che sostengono archetti sui quali corre una trabeazione
ornata da intarsi policromi e mosaici. Nel chiostro sono conservati numerosi frammenti architettonici provenienti
dall'antica basilica e reperti archeologici dal vicino sepolcreto ostiense: notevole il sarcofago di Pietro Leone
(XIIsec.) decorato con scene della sfida e del supplizio di Marsia. Nell'adiacente pinacoteca si segnalano due
lunette con ritratti papali, affrescate dal Lanfranco (1624), già nella Cappella del SS. Sacramento.