Guide agli itinerari più belli d'Italia Bologna - Dic. 2013 | Page 16
Museo internazionale e Biblioteca della musica
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Il Museo internazionale e biblioteca
44.49289°N , 11.35022°E
della musica, inaugurato nel 2004, ha
sede nel centro storico di Bologna
all'interno del prestigioso Palazzo
Sanguinetti e ospita un percorso
espositivo la cui eccezionalità consiste
nella sinergia instaurata tra collezioni
diverse tra loro per tipologia, ma
legate da un unico filo conduttore: la
musica. Nelle sale splendidamente
affrescate si ripercorrono sei secoli di
storia con dipinti di personaggi illustri,
strumenti musicali antichi ed una
selezione di documenti storici di enorme valore: trattati, volumi, libretti
d'opera, lettere, manoscritti, partiture autografe provenienti dal lascito di
Padre Giambattista Martini.
Il percorso museale si apre tra le 'lussureggianti' decorazioni della sala detta
Boschereccia ad introduzione delle sale 2 e 3 che sono dedicate al padre
spirituale del museo Giambattista Martini ritratto in un ovale di Angelo
Crescimbeni. In particolare nella sala 3 si illustrano i rapporti tra Padre
Martini e le personalità di spicco del mondo musicale dell'epoca quali il giovane Mozart o Johann Christian Bach,
raffigurato in un celebre ritratto di Gainsborough. Nella stessa sala è possibile ammirare anche i famosi Sportelli
di libreria musicale di Giuseppe Maria Crespi.
Si prosegue, quindi, nella sala 4 ('L'idea della Musica') dedicata ai teorici musicali dal '400 al '600, con importanti
esempi di trattati musicali, con i ritratti dei rispettivi autori e alcuni strumenti musicali di grande importanza come il
clavicembalo omnitonum (un pezzo unico) di Vito Trasuntino (Venezia 1606).
Alcuni tra i pezzi più rilevanti sono esposti nella successiva Sala delle Arti (sala 5) dedicata ai 'Libri per musica e
strumenti dei secoli XVI e XVII'. Custoditi dentro modernissime vetrine circolari, collocate al centro della stanza ad
assecondare il ricco decoro della pavimentazione, si possono ammirare testi rarissimi di fine Quattrocento fino ad
arrivare al famoso Harmonice musices Odhecaton A., primo libro musicale a stampa, realizzato da Ottaviano
Petrucci. Quindi gli strumenti: i liuti; l'armonia di flauti di Manfredo Settala del 1650, che rappresenta un vero e
proprio unicum; le pochette, piccoli violini utilizzati come strumento dai maestri da ballo; e poi le ghironde, i
serpentoni e la serie straordinaria di corni e cornetti del XVI e XVII secolo; infine uno strumento di scena
singolarissimo, come la Tiorba in forma di khitára.
L'opera italiana diventa protagonista nelle sale successive. Dapprima il Settecento nella sala 6, dedicata al celebre
cantante Carlo Broschi detto Farinelli: il suo bellissimo ritratto dipinto da Corrado Giaquinto domina la sala,
assieme ai ritratti di castrati di varie epoche e di compositori del tempo, tra tutti Antonio Vivaldi e Domenico
Cimarosa.
Nella sala 7 l'Ottocento e Gioachino Rossini, il cui nome è indissolubilmente legato a Bologna: ritratti, busti, libretti
delle prime recite di Isabella Colbran, cantante e sua prima moglie, la partitura autografa de Il Barbiere di Siviglia,
ma anche effetti personali curiosi, come la vestaglia da camera o il parrucchino, nonché il pianoforte a coda
realizzato nel 1844 da Camille Pleyel, che gli appartenne.
Il percorso prosegue, attraverso i secoli, gli usi e le mode musicali, nella sala 8 dedicata ai 'Libri per musica e
strumenti nei secoli XVIII e XIX': viole d'amore e flauti traversi affiancati alle partiture composte da Torelli, Vivaldi,
Bertoni, ecc. e poi i clarinetti e il bellissimo Buccin realizzato a Lione da Jean Baptiste Tabard (1812-1845).
A conclusione del percorso espositivo due omaggi importanti e doverosi per la cultura musicale bolognese e
italiana: a Giuseppe Martucci e Ottorino Respighi protagonisti dell'ultima sala.
Al piano terra è stato fedelmente ricostruito il laboratorio del famoso liutaio bolognese Otello Bignami, donato
dagli eredi al Museo della Musica.
Dispone inoltre di una sala eventi con relativo foyer dotato di postazioni multimediali, di laboratori didattici, di uno
spazio mostre temporanee, di un bookshop.
Infatti il Museo non si propone solo come luogo di conservazione e valorizzazione del patrimonio musicale
'classico', ma anche come territorio di contaminazione, di ricerca e di promozione, mettendo a disposizione i suoi
spazi per eventi culturali 'off', agendo al di fuori dagli schemi e dai canoni museali tradizionali.