chimica , parachimica ed elettronica ; lavorazione della pelle e calzature . Tunisia . Paese relativamente più piccolo rispetto ai precedenti , ma egualmente importante per il commercio italiano . Secondo il Governo tunisino nel 2024 il PIL crescerà del 3 %, previsione confermata anche dalla Banca Mondiale però condizionatamente all ’ adozione di riforme economiche e finanziarie che possano risanare l ’ economia del Paese . Nell ’ ultimo anno la forte siccità ha messo in ginocchio il settore agricolo , mentre il settore turistico ha registrato una crescita esplosiva . Il settore manifatturiero ha registrato tassi di crescita contenuti , con punte del + 6 % per il tessile e l ’ abbigliamento e del + 5 % per l ’ industria meccanica ed elettrica . L ’ Italia è dal 2022 il primo partner commerciale della Tunisia , con un interscambio che ha superato i 7 miliardi di euro ( fonte Istat ), e un saldo commerciale in attivo . Siamo il secondo cliente e il primo fornitore del Paese . In particolare , l ’ export italiano è cresciuto di quasi il 40 %, passando dai 2,85 miliardi di euro |
del 2021 ai 3,96 miliardi di euro del 2022 . La presenza economica italiana in Tunisia conta circa 900 imprese , la maggior parte delle quali totalmente esportatrici . Esse impiegano circa 70mila persone e rappresentano quasi un terzo di tutte le imprese a partecipazione straniera presenti in Tunisia . Sono concentrate principalmente nella regione della Grande Tunisi e nelle zone costiere , e i settori principali sono : manifatturiero ( tessile / abbigliamento ), energia , costruzioni e grandi opere , componentistica automotive , trasporti , meccanico , elettrico , farmaceutico , turistico e agroalimentare . Tra i principali prodotti esportati dall ’ I- talia in Tunisia figurano le materie prime energetiche , i metalli , i tessili , il cuoio , le apparecchiature elettriche , la plastica , i motori , i prodotti chimici e farmaceutici e i macchinari . La Tunisia rappresenta una piattaforma produttiva naturale per le imprese italiane impegnate a diversificare le proprie attività e penetrare nuovi mercati nel Maghreb , nell ’ Africa subsahariana e nel Golfo . I vantaggi per le imprese italiane |
vanno dalla vicinanza a importanti mercati in Europa e Africa al costo competitivo dei fattori di produzione , da una normativa locale volta a favorire gli investimenti alla presenza di filiere produttive competitive ad alto valore aggiunto ( in particolare per tessile , aeronautico , automotive , energie rinnovabili e telecomunicazioni ). Fra l ’ Unione Europea e la Tunisia è in vigore dal 1998 un accordo di libero scambio per i prodotti industriali . Esistono , tuttavia , ancora dei settori in cui il Paese applica talvolta delle barriere non tariffarie . Dall ’ ottobre 2015 è in corso un negoziato per un accordo più completo per quanto riguarda un ’ ulteriore integrazione delle due economie attraverso un ’ armonizzazione della normativa tunisina all ’ UE , la graduale rimozione dei vari ostacoli al commercio e l ’ apertura dei servizi . L ’ Accordo di Agadir tra Tunisia , Marocco , Egitto e Giordania prevede la libera circolazione di beni industriali tra i quattro Paesi firmatari dal 1 ° gennaio 2005 . Dal 2018 la Tunisia è divenuta membro del Mercato Comune dell ’ Africa Orientale e Meridionale ( COMESA ). |
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