GRANDE CUCINA 02-2024 | Page 8

EDITORIAL NOTE

IL FUTURO DEL VINO ITALIANO :

UN ’ ANALISI TRA RISTORAZIONE , SFIDE E OPPORTUNITÀ

In questo numero di Grande Cucina , esploriamo non solo la cucina di montagna e le sue prospettive sostenibili , ma ci addentriamo anche in uno dei punti cruciali per il nostro patrimonio enogastronomico : il futuro del vino italiano nella ristorazione . I dati più recenti ci mostrano un quadro complesso . Dal 2019 al 2023 , le vendite di vino nella Grande Distribuzione ( GDO ) sono diminuite dell ’ 8 %. I vini IGT ( Indicazione Geografica Tipica ) e i vini comuni hanno subito i cali più significativi , rispettivamente del 13 % e del 17 %, mentre i vini DOP ( Denominazione di Origine Protetta ) hanno resistito meglio , con una flessione solo del 2 %. Questi numeri non sono solo cifre , ma rappresentano un cambiamento sostanziale nei consumi e nelle preferenze dei consumatori .
Ph : Giulio Oldrini
Cosa significano realmente questi dati ? La risposta non è semplice . Da un lato , vediamo una contrazione generale dei consumi , sintomo di un mercato interno che mostra segni di stanchezza . Dall ’ altro , emerge una tendenza verso una maggiore selettività : i consumatori italiani stanno diventando più esigenti , prediligono vini di fascia alta e di qualità superiore . Questa dovrebbe essere vista dai produttori come un ’ opportunità , l ’ occasione per concentrare gli sforzi sull ’ eccellenza , puntando , quindi , su segmenti di mercato più remunerativi . La situazione non è meno complessa nei mercati internazionali . Gli Stati Uniti , uno dei principali mercati per il vino italiano , stanno vivendo una fase di rallentamento . I ristoranti , cruciali per la promozione dei vini locali , devono fare i conti con vendemmie scarse e un aumento dei costi dello sfuso . Paolo Castelletti dell ’ Unione Italiana Vini ha recentemente sottolineato come questi aumenti siano difficili da assorbire , creando una pressione significativa sia sui produttori che sui consumatori finali . In questo scenario , è evidente la necessità di fare un salto di qualità . L ’ Italia , con la sua ricca tradizione vinicola e la sua rinomata cultura del bello e del buon vivere , ha le potenzialità per posizionarsi al top del mercato globale . Per poter essere competitivi e non soccombere , i produttori devono , però , alzare l ’ asticella , devono puntare non sulla quantità dei loro vini , bensì sulla qualità , partendo proprio dalle vigne e dalla selezione dei grappoli . Investire in tecnologie avanzate e in pratiche agricole sostenibili e corrette non è più una scelta , ma una necessità . Allo stesso modo , le strategie di marketing devono evolversi , sfruttando al massimo il valore culturale ed enologico che il nostro paese offre .
Un esempio di come il vino possa integrarsi nel futuro della ristorazione è offerto dalla collaborazione tra chef di alto livello e produttori di fiducia . In questo numero , l ’ intervista con lo chef Andrea Aprea esplora anche questo tema , mostrando come un rapporto sinergico tra cucina e produttori possa creare grandi opportunità per gli uni e per gli altri . Guardando al futuro , per superare le attuali difficoltà e gettare le basi per una ripresa solida nel 2025 , il settore vinicolo italiano deve produrre meno aumentando la qualità , attraverso ( anche ) innovazione e sostenibilità . Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo tra produttori , ristoratori e istituzioni sarà possibile rafforzare la posizione dell ’ Italia nel panorama enogastronomico mondiale , continuando a celebrare la sua ricca tradizione vinicola e gastronomica .
Buona lettura Federico Lorefice