Gli approfondimenti di DanzaSì Mauro Astolfi | Página 13
una serie di scambi con direttori,
coreografi e insegnanti che vengono
invitati regolarmente. I nostri ragaz-
zi hanno veramente a disposizione
un pezzo di mondo. Hanno una
finestra aperta su sistema interna-
zionale, dove potersi formare un
gusto critico, hanno la possibilità
tutti i mesi di lavorare con nuovi
direttori, nuovi coreografi che in più
creano appositamente per loro e
hanno anche la possibilità di entra-
re direttamente in una compagnia
senza neanche passare attraverso
un’audizione ufficiale, perché diret-
tamente segnalati ed invitati alla
fine di ogni anno accademico. Tutto
questo era pura fantascienza quan-
do io avevo la loro età.
Qualsiasi artista invitato qui è libero
di fare ciò che vuole.
I nostri ospiti sono prevalentemente
stranieri ma abbiamo avuto anche
delle italiane che reputo tra le poche
menti veramente creative: ad esem-
pio Francesca Frassinelli, Alessandra
Scalambrino
e
Annamaria
Colombaretti e prossimamente invi-
teremo tutti gli italiani che reputo più
interessanti.
Questo per quanto concerne il dipar-
timento contemporaneo. Ma il DAF
ha anche un ottimo dipartimento di
classico nel quale entreranno da gen-
naio come insegnanti stabili Branko
Tesanovic e Fara Grieco che andran-
no così ad affiancare Cristina
Amodio ed Emiliano Piccoli. Oltre a
questo i ragazzi studiano hatha yoga,
tecniche energetiche, musica classi-
ca contemporanea e musica elettro-
nica contemporanea, tecnologie
digitali applicate allo spettacolo,
cinema e nuovi media
Prossimi progetti tuoi e della compa-
gnia?
Personalmente ho in programma una
nuova creazione in California per il
prossimo autunno e probabilmente
una in Germania. Per la compagnia è
in programma una grande coprodu-
zione
internazionale
in
Lussemburgo. E poi ci sono tanti pro-
getti di collaborazione internazionali
per il DAF.
Un sogno nel cassetto?
Stiamo lavorando per fare in modo
che al DAF i ragazzi possano trovare
un prodotto con il suo ciclo comple-
to dall’inizio alla fine del percorso.
Ci stiamo già occupando della loro
formazione e dopo il perfezionamen-
to che prevede il triennio del proget-
to professionale accompagnarli fino
all’ingresso nel mondo del lavoro
organizzando direttamente qui in
sede le audizioni. In parte questo già
avviene ogni anno, ma stiamo lavo-
rando per avere sempre più opportu-
nità direttamente in casa.
Cosa ti spinge a fare danza?
La danza mi fa fatto capire a quante
cose inutili della vita davo peso,
valore ed importanza. Mi ha spinto a
star lontano dalle persone per me
inutili, dalle situazioni inutili. Perché
quando fai un lavoro per il quale hai
bisogno di un corpo, di una testa e di
emozioni che funzionino al 100% ti
rendi quanto di quanto tempo, ener-
gia uno nella propria vita butta,
perde e spreca con cose, persone e
situazioni sbagliate.
Potrei dire che danzo e creo per eli-
minare le cose inutili della mia vita.
Spellbound Contemporary Ballet in “Mysterious Engine”, coreografia M. Astolfi (© C. Castaldi)
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