Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Sistemi alimentari sostenibili per la sicurezza
alimentare e la nutrizione
Roma 16 Ottobre 2013
Perdite e sprechi alimentari globali:
dalla riduzione alla prevenzione per un sistema agroalimentare sostenibile
Nel 2013 il tema della GMA è “Sistemi alimentari sostenibili per la sicurezza alimentare e
la nutrizione”, al cui interno le questioni legate all’alimentazione di qualità, alla tutela del diritto,
a una nutrizione sana e allo spreco alimentare rivestono un ruolo fondamentale. Per sconfiggere
la fame è necessario, infatti, diminuire gli sprechi, aumentando allo stesso tempo non solo la quantità
di cibo, ma anche la qualità.
Lo spreco alimentare è uno scandaloso paradosso del nostro tempo. Mentre vi è la necessità
di aumentare la produzione di alimenti almeno del 70% nei prossimi anni per nutrire una popolazione
che conterà 9 miliardi nel 2050, nel mondo si spreca più di un terzo del cibo che viene prodotto.
Tanto che se si potessero recuperare tutte le perdite e gli scarti, si potrebbe dare da mangiare, per un
anno intero, a circa metà dell’attuale popolazione mondiale: 3,5 miliardi di persone.
Lo spreco alimentare è tanto più incomprensibile quanto più aumentano a livello mondiale e locale
tre derive:
1) l’impoverimento globale a causa della crisi economica (secondo la Conferenza delle
Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo, negli ultimi quarant’anni il numero
dei paesi molto poveri è raddoppiato passando da 25 nel 1971 a 49 nel 2010; la stessa cosa è
avvenuta per il numero delle persone al di sotto della soglia di povertà a partire dagli anni ’80);
2) le persone denutrite e sottonutrite (1 miliardo secondo la FAO nel 2010);
3) la produzione di rifiuti urbani (502 Kg a persona nell’UE-27 nel 2010).
Lo spreco alimentare riguarda tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola e
colpisce indistintamente tutti i Paesi. Secondo le stime della FAO, in quelli in via di sviluppo si localizza
a monte della filiera agroalimentare, soprattutto a causa di limiti nelle tecniche di coltivazione, raccolta e
conservazione, o per la mancanza di adeguate infrastrutture per il trasporto o l’immagazzinamento
(6-11 kg pro-capite nel 2010). La riduzione delle perdite potrebbe avere, quindi, un impatto significativo
sulle loro condizioni di vita e sulla sicurezza alimentare.
Nei Paesi sviluppati, invece, le perdite più significative si collocano a valle: distribuzione, ristorazione e
consumo domestico (95-115 kg a testa). L’Unione europea con 180 kg pro-capite e l’Italia con 149 kg
pro-capite risultano sopra la media dei Paesi sviluppati.
In un mondo in cui 842 milioni di persone soffrono la fame e in cui un terzo di tutto il cibo prodotto viene
perduto, intervenire su tutti gli anelli della catena agroalimentare, dalla produzione al consumo, diventa una
priorità nella lotta alla fame nel mondo, un imperativo di natura politica, economica, ambientale ed etica.