Devastazione in Giappone : il resoconto
11 Marzo 2011 ,
14:46 ( ora locale ): una scossa sismica di 8,9 gradi della scala Richter colpisce la parte nord-orientale dell ’ isola di Honshu ( l ’ epicentro a 380 km da Tokio ). Pochi minuti dopo : uno tsunami con onde alte più di dieci metri si abbatte sulle coste affacciate sul Pacifico seminando morte e distruzione nell ’ aria di Sendai . 12 Marzo ore 03:59 : un ’ altra scossa di 6,2 gradi Richter colpisce una zona completamente diversa : Joetsu . 12 Marzo ore 20:47 : una scossa di 6,6 gradi Richter colpisce la zona a nord-ovest di Honshu . 15 Marzo : l ’ allarme è massimo a causa dei danni subiti dalle centrali nucleari di Fukushima . Nello stesso momento : una grande massa di rifiuti ( dalla plastica alle automobili ) inizia il suo lungo “ esodo ” verso le coste dell ’ America . 18 Marzo : tutto il mondo segue con preoccupazione le vicende della centrale di Fukushima . Alle 15.00 ( ora locale ) i mezzi delle forze nipponiche smettono di lanciare acqua contro il reattore numero 3 della centrale : i getti hanno raggiunto il reattore ed i livelli di esposizione radioattiva non sono tali da impedire le operazioni sul sito .
20 Marzo : 20.000 tra morti e dispersi . Inizia a salire il numero delle vittime . 24 Marzo : è atteso sui cieli italiani l ’ arrivo della nube radioattiva sprigionata dalla centrale giapponese . 26 Marzo : sale l ’ allarme contagio . L ’ agenzia per la sicurezza nucleare e industriale giapponese ammette che la situazione a Fukushima è più grave di quel che sembra : infatti il reattore numero 3 è stato danneggiato e potrebbe provocare un alto livello di radiazioni a causa della fusione delle barre di combustibile . Aprile : circa 13.000 morti e 15.000 dispersi , 500.000 sfollati .
Marco Concetto Rudilosso
I A Liceo Scientifico
E adesso si attende il peggio …
Uno scenario di desolazione e
irreale fermezza è ciò che ci offre oggi il paesaggio Giapponese . Dopo l ’ immane onda crudele , prima sismica poi marina , solo distruzione nelle coste dell ’ Arcipelago nipponico . I morti , stimati come decine di migliaia , sono ancora incalcolabili a causa delle macerie che potrebbero tuttora ostacolare i soccorritori che continuamente e speranzosamente cercano i sopravvissuti . Notizia recente , il salvataggio di un ’ anziana donna e di un giovane
dopo circa 100 ore sotto i detriti di ciò che l ’ uomo con tanta operosità ha costruito e che la natura con tanta freddezza , in soli 400 secondi , ha deciso di cancellare ! La preoccupazione principale nel post-terremoto è il rischio di fusione del nucleo del secondo settore appartenente alla centrale nucleare di Fukushima , già teatro di alcune esplosioni causate dal mancato funzionamento delle procedure di sicurezza e dell ’ impulso di raffreddamento . Il governo Giapponese , in ginocchio dopo il violento cataclisma , ha chiesto aiuto a tutta la comunità nucleare l ’ AIEA ( Agenzia Internazionale dell ’ Energia Atomica ). I primi a prestare soccorso i Marines americani , messisi alla prova in un disperato ma vano tentativo di raffreddare il nucleo con l ’ acqua marina . Visto il fallimento della missione e la contaminazione radioattiva dei 17 marinai e degli elicotteri usati per l ’ operazione , la portaerei Ronald ha retrocesso dalla sua posizione per motivi di sicurezza , ma è già tornata attiva nella missione . Ed è proprio per sanare la situazione che 50 “ eroi ” ( ingegneri e operai ) sono rimasti nella centrale per tentare l ’ impossibile rischiando la vita , assorbendo circa il doppio delle radiazioni assorbibili in 2 anni da un comune impiegato della centrale . Nel frattempo l ’ Europa , raccogliendo gli aiuti umanitari da inviare alle vittime del terremoto più potente registrato fino ad ora dai sismografi , prende misure di sicurezza riguardo alle sue oltre 54 centrali nucleari , chiudendo per precauzione gli impianti obsoleti e vecchi . C ’ è solo da sperare nel meglio !
Stefano Di Maria
IV B PNI
P A G I N A 18