Giornalino di Istituto 2013 | Page 42

Proemi epici e cavallereschi a confronto L’Iliade e l’Odissea si aprono con un’invocazione alla Musa affinché ispiri ad Omero rispettivamente le vicende di Achille, figlio di Peleo, durante gli ultimi 51 giorni della guerra di Troia, e il ritorno in patria di Odisseo con i suoi compagni dopo aver combattuto la guerra di Troia. Nel proemio dell’Eneide, invece, come accade anche nel proemio dell’Orlando Furioso di Ariosto, l’invocazione alla Musa è sostituita da un “io” : “Arma virumque cano…”. Nell’Orlando Innamorato di Boiardo notiamo semplicemente un invito ai signori ad ascoltare le vicende che danno origine al canto del poeta. Nell’Iliade si fa riferimento a Giove, il quale vide realizzarsi la sua decisione, ossia la distruzione di Troia; si parla, invece, di Giunone e di Nettuno nell’Eneide, divinità le quali ostacolarono l’approdo di Enea nelle coste del Lazio. Il proemio dell’Odissea si chiude con una reiterata invocazione alla Musa. Nel sesto verso dell’Orlando Innamorato, Boiardo fa riferimento ad Enea e ad Ulisse, rispettivamente “l’alta fatica” e “le mirabil prove”; nella seconda strofa si celebra il tema dell’amore e possiamo trovare un riferimento al canto V dell’Inferno laddove sono condannati Paolo e Francesca: il termine subiugato allude alla condizione di questi ultimi due vinti appunto dall’amore; la terza strofa si ricollega alla prima, (Questa novella è nota a poca gente), preannunciando la novità del poema che consiste nel tema amoroso. Il proemio dell’Orlando Furioso si apre con l’enunciazione del tema che occupa le prime due strofe; nella seconda in particolare, si approfondisce il tema della pazzia che colpisce Orlando, deluso dall’amore; inoltre nella prima strofa sono citate le ire e da qui il collegamento con l’Iliade. La terza e la quarta strofa contengono la dedica al cardinale Ippolito d’Este ed emerge l’atteggiamento umile e servi- zievole di Ariosto nel suoi confronti, un Ariosto che ha con i suoi padroni un rapporto di mecenatismo. In opposizione a ciò ritorna in mente l’atteggiamento di un altro poeta e cioè del Parini. Nell’ode La Caduta egli narra di una sua caduta per le strade scivolose di Milano. Ciò suscita le risate di un passante il quale tuttavia, dopo averlo aiutato, lo esorta a mettersi sotto l’egida degli austriaci in modo da potersi permettere una carrozza; ma il poeta asserisce orgogliosamente di non voler rinunciare ai suoi ideali e quindi di non volersi sottomettere né ai nobili né ai dominatori. Lo stesso Parini nell’opera “Il gior ???'B?\??]?H\??X?[Y[?HH?]B?[H??[0??H?\?[Y[?B??[?]X?[????\?H?]?X?HH]Y[H?\?0?HHH]YZB??[?HZ[]\?HH?ZH\?[^?[?H[??X?H]?]?H?\?\?[?]?8?&[??Y]]???[?[HZH?[ZH\X?K??]??p???X?X[XHH?]^?[?B?H?^?[?8?'??\?H[X?[???'YHH\?[?H8?'][H[?HZ\??\?x?'K[??Y?\?H[][??B?Y\???\?H8?&]][H[[]]??K????]H?[??RRHHX?[???Y[?Y?X???Q?S?B?? ???