Proemi epici e cavallereschi a confronto
L’Iliade e l’Odissea si aprono
con un’invocazione alla Musa
affinché ispiri ad Omero rispettivamente le vicende di
Achille, figlio di Peleo, durante
gli ultimi 51 giorni della guerra
di Troia, e il ritorno in patria di
Odisseo con i suoi compagni
dopo aver combattuto la guerra di Troia. Nel proemio
dell’Eneide, invece, come accade
anche
nel
proemio
dell’Orlando Furioso di Ariosto,
l’invocazione alla Musa è sostituita da un “io” : “Arma virumque cano…”. Nell’Orlando Innamorato di Boiardo notiamo
semplicemente un invito ai signori ad ascoltare le vicende
che danno origine al canto del
poeta. Nell’Iliade si fa riferimento a Giove, il quale vide
realizzarsi la sua decisione,
ossia la distruzione di Troia; si
parla, invece, di Giunone e di
Nettuno nell’Eneide, divinità le
quali ostacolarono l’approdo
di Enea nelle coste del Lazio.
Il proemio dell’Odissea si chiude con una reiterata invocazione alla Musa. Nel sesto verso dell’Orlando Innamorato,
Boiardo fa riferimento ad Enea
e ad Ulisse, rispettivamente
“l’alta fatica” e “le mirabil prove”; nella seconda strofa si
celebra il tema dell’amore e
possiamo trovare un riferimento al canto V dell’Inferno
laddove sono condannati Paolo e Francesca: il termine subiugato allude alla condizione
di questi ultimi due vinti appunto dall’amore; la terza
strofa si ricollega alla prima,
(Questa novella è nota a poca
gente), preannunciando la novità del poema che consiste
nel tema amoroso. Il proemio
dell’Orlando Furioso si apre
con l’enunciazione del tema
che occupa le prime due strofe; nella seconda in particolare, si approfondisce il tema
della pazzia che colpisce Orlando, deluso dall’amore; inoltre nella prima strofa sono citate le ire e da qui il collegamento con l’Iliade. La terza e
la quarta strofa contengono la
dedica al cardinale Ippolito
d’Este
ed
emerge
l’atteggiamento umile e servi-
zievole di Ariosto nel suoi
confronti, un Ariosto che ha
con i suoi padroni un rapporto di mecenatismo.
In opposizione a ciò ritorna in
mente l’atteggiamento di un
altro poeta e cioè del Parini.
Nell’ode La Caduta egli narra
di una sua caduta per le strade scivolose di Milano. Ciò
suscita le risate di un passante il quale tuttavia, dopo averlo aiutato, lo esorta a mettersi sotto l’egida degli austriaci in modo da potersi permettere una carrozza; ma il
poeta asserisce orgogliosamente di non voler rinunciare
ai suoi ideali e quindi di non
volersi sottomettere né ai nobili né ai dominatori. Lo stesso Parini nell’opera “Il gior ???'B?\??]?H\??X?[Y[?HH?]B?[H??[0??H?\?[Y[?B??[?]X?[????\?H?]?X?HH]Y[H?\?0?HHH]YZB??[?HZ[]\?HH?ZH\?[^?[?H[??X?H]?]?H?\?\?[?]?8?&[??Y]]???[?[HZH?[ZH\X?K??]??p???X?X[XHH?]^?[?B?H?^?[?8?'??\?H[X?[???'YHH\?[?H8?'][H[?HZ\??\?x?'K[??Y?\?H[][??B?Y\???\?H8?&]][H[[]]??K????]H?[??RRHHX?[???Y[?Y?X???Q?S?B?????