Proemi epici
gico e fanno chiari riferimenti ad
ambiti divini: il tema principale di
Nell'epica,
da quella antica a
quella cavalleresca uno dei principali elementi strutturali del poema era il proemio. Questo andò
ad evolversi lungo l'arco dei secoli
e possiamo riscontrare questi
cambiamenti nell'analizzare cinque
differenti proemi, quelli
dell'Iliade, dell’ Odissea, dell’ Eneide, dell'Orlando innamorato e
dell’Orlando Furioso. Nel primo
come nel secondo si dà grande
importanza all'ispirazione divina
dell'autore, che chiede aiuto alla
Musa per poter cantare la sua
storia. Dal terzo in poi, si inizia a
riscontrare una tendenza egocentrica per la quale l'autore si
prende tutti i meriti del suo poema; difatti Virgilio inizia dicendo
"Canto..." E solo in seguito viene
chiamata in causa la Musa che
deve aiutare l'autore a ricordare,
a differenza dei primi due proemi
in cui è lei stessa che deve informare l'autore sulle vicende. I tre
proemi dell'antichità sono tutti
improntati su uno stampo mitolo-
questi sono le grandi e stupefacenti gesta degli eroi, che a volte
sono considerati alla stregua di
divinità.
Nel 1400 con Pulci, Boiardo e
Ariosto vi è una ripresa del genere epico, che tuttavia si differenzia da quello classico essendo di
sfondo cavalleresco. Oramai l'invocazione alla Musa è scomparsa
totalmente e l'autore è l'unico
artefice della sua opera. In particolare il proemio di Boiardo è
molto colloquiale e sembra una
presentazione quasi teatrale dell’
opera, in modo da attirare immediatamente l'attenzione dell'ascoltatore che è incuriosito dalla
novità che l'autore promette al
suo pubblico. In Ariosto all'interno del proemio vi è la dedica al
proprio signore, inoltre si può
notare come il componimento
abbia come scopo anche quello
di dare nobili origini alla casata
del suo protettore, aspetto che
ritroviamo anche nei 3 proemi
dell'epica antica in cui uno dei
fini era quello di glorificare o una
popolazione, come per l'Iliade e
l'Odissea, o un uomo, come
nell'Eneide. Anche nel proemio
dell'Ariosto troviamo la centralità
all'inizio del testo della scoperta
della novità, una novità sconvolgente ed appassionante che mai
nessuno aveva raccontato. Tutti
e cinque i proemi promettono
grandi avventure di altrettanto
grandi eroi, tuttavia ciò che li
muove è diverso. Infatti nell'Ilia-
de è l'ira che predomina, nell'Odissea è la voglia di conoscenza,
nell'Eneide la pietas; negli ultimi
due l'amore, per il quale nell'Orlando Furioso perde il senno.
Quindi uno dei temi moderni
che riscontriamo nel 1400 è proprio l'amore che diventa la forza
motrice dei nuovi poemi, sostituendo sia la forza e la grandiosità degli eroi, sia i capricci e le
voglie degli dei che prima animavano le vicende.
Infine possiamo trovare molte
similitudini in ambito stilistico e
linguistico come l'uso del verbo
cantare. Inoltre la struttura è
quasi simile; infatti all'interno di
ogni proemio vi è un piccolo riassunto di ciò che avverrà nel
corso delle vicende, soffermandosi sul fatto più eclatante e
centrale della storia.
Spetterà al genere letterario del
romanzo continuare la narrazione intricata e coinvolgente di
vicende eroiche o di mirabolanti
avventure come quelle di Don
Chisciotte della Mancia.
Marco Rudilossso
III A Liceo Scientifico
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