Giornalino di Istituto 2013 | Page 41

Proemi epici gico e fanno chiari riferimenti ad ambiti divini: il tema principale di Nell'epica, da quella antica a quella cavalleresca uno dei principali elementi strutturali del poema era il proemio. Questo andò ad evolversi lungo l'arco dei secoli e possiamo riscontrare questi cambiamenti nell'analizzare cinque differenti proemi, quelli dell'Iliade, dell’ Odissea, dell’ Eneide, dell'Orlando innamorato e dell’Orlando Furioso. Nel primo come nel secondo si dà grande importanza all'ispirazione divina dell'autore, che chiede aiuto alla Musa per poter cantare la sua storia. Dal terzo in poi, si inizia a riscontrare una tendenza egocentrica per la quale l'autore si prende tutti i meriti del suo poema; difatti Virgilio inizia dicendo "Canto..." E solo in seguito viene chiamata in causa la Musa che deve aiutare l'autore a ricordare, a differenza dei primi due proemi in cui è lei stessa che deve informare l'autore sulle vicende. I tre proemi dell'antichità sono tutti improntati su uno stampo mitolo- questi sono le grandi e stupefacenti gesta degli eroi, che a volte sono considerati alla stregua di divinità. Nel 1400 con Pulci, Boiardo e Ariosto vi è una ripresa del genere epico, che tuttavia si differenzia da quello classico essendo di sfondo cavalleresco. Oramai l'invocazione alla Musa è scomparsa totalmente e l'autore è l'unico artefice della sua opera. In particolare il proemio di Boiardo è molto colloquiale e sembra una presentazione quasi teatrale dell’ opera, in modo da attirare immediatamente l'attenzione dell'ascoltatore che è incuriosito dalla novità che l'autore promette al suo pubblico. In Ariosto all'interno del proemio vi è la dedica al proprio signore, inoltre si può notare come il componimento abbia come scopo anche quello di dare nobili origini alla casata del suo protettore, aspetto che ritroviamo anche nei 3 proemi dell'epica antica in cui uno dei fini era quello di glorificare o una popolazione, come per l'Iliade e l'Odissea, o un uomo, come nell'Eneide. Anche nel proemio dell'Ariosto troviamo la centralità all'inizio del testo della scoperta della novità, una novità sconvolgente ed appassionante che mai nessuno aveva raccontato. Tutti e cinque i proemi promettono grandi avventure di altrettanto grandi eroi, tuttavia ciò che li muove è diverso. Infatti nell'Ilia- de è l'ira che predomina, nell'Odissea è la voglia di conoscenza, nell'Eneide la pietas; negli ultimi due l'amore, per il quale nell'Orlando Furioso perde il senno. Quindi uno dei temi moderni che riscontriamo nel 1400 è proprio l'amore che diventa la forza motrice dei nuovi poemi, sostituendo sia la forza e la grandiosità degli eroi, sia i capricci e le voglie degli dei che prima animavano le vicende. Infine possiamo trovare molte similitudini in ambito stilistico e linguistico come l'uso del verbo cantare. Inoltre la struttura è quasi simile; infatti all'interno di ogni proemio vi è un piccolo riassunto di ciò che avverrà nel corso delle vicende, soffermandosi sul fatto più eclatante e centrale della storia. Spetterà al genere letterario del romanzo continuare la narrazione intricata e coinvolgente di vicende eroiche o di mirabolanti avventure come quelle di Don Chisciotte della Mancia. Marco Rudilossso III A Liceo Scientifico PAGINA 41