Giornalino di Istituto 2013 | Page 33

Gnarfe, un tipo alquanto strano (questo il titolo desuntone) fosse lo sfogo d’un nobile senatore francese che, disgustato dalla alquanto bislacca e tutta dedita agli studi umanistici. Tuttavia imple- che negli ultimi tempi in cui aveva ricoperto la sua carica, voleva mentava la sua già amplissima cultura con una componente scien- darsi un certo tono e finiva col piccarsi spesso della sua appena tifica notevole: aveva condotto studi biologici sull’omeotermia, su acquisita cultura. Nella babele della Camera, calava il silenzio no. Dal contenuto satirico, sembrava che le Storie foranee Il nostro Gnarfe, nella innevata città di Château-moi era una persona Neofita della letteratura classica, i suoi amici senatori sostenevano matico pamphlet bassomedievale che molte fonti citava- piatti disgustosi, provocando loro più volte diarrea e vomito. latifondo a dedicarsi all’attività agricola. ro state dimenticate senza costui, si dedicò alla ricerca d’un fanto- guace dell’omeopatia, aveva fatto mangiare ai suoi fedeli uomini dei carica e avesse vissuto i restanti suoi anni nella solitudine del suo certo Gnarfe, poco noto filologo e studioso di filosofie che sarebbe- scerebbero ritenere ai nostri giorni che si fosse trattato di teniasi. Se- dell’intromissione di alcuni plutocrati, avesse rinunciato alla sua età contemporanea, quando un totale subbuglio intestinale. I sintomi riportati dai servi e il referto la- corruzione dilagante in ambito forense, a causa La nostra storia s’ambienta in trascorso i suoi ultimi giorni nel prototipi di macchine idrovore e possedeva un fonometro e addirit- quando il facondo “retore”, riferendosi all’antica Roma, cui la tura un astrolabio che si era divertito ad usare durante i numerosi Francia massimamente si voleva ispirare, finiva con un eloquio di viaggi svolti in Europa e in Asia. Ma la sua professione di storico supe- denuncia nei confronti dei plutocrati del tempo, e conveniva apo- rava di gran lunga il diletto scientifico: s’era spinto fino al Giappone, ditticamente che costoro fossero dei fondamentalisti del liberismo e ne aveva ritratto la società e i costumi, e ripeteva spesso di come che non condividessero in realtà i principi della Rivoluzione. Una avesse avuto una felice storia d’amore con una musmè. Egli ade- diceria, a quanto attestava una delle fonti, quella che avrebbe riva alla corrente politica icariana, e si poneva contro la globalizzazione, preannunciandone gli effetti disastrosi. La sua bibliofilia, la voglia di sapere, si riconducevano forse al suo impedimento fonico: tartagliava spesso e questo gli aveva garantito la repellenza da parte degli amici. Girellava qua e là riportando gli usi di questo e dell’altro paese, e si dilettava nella versi gnomici. composizione di Marcello Adorno III A Liceo Scientifico PAGINA 33