Giornalino di Istituto 2013 | Page 21

Femminicidio: noi italiani ne deteniamo il primato In Italia ogni anno un milione di donne subisce violenza. Secondo l'Istat, una donna su tre, tra i sedici e i settanta anni è stata colpita nell'arco della propria vita dall'aggressività di un uomo, sia egli marito, fratello, fidanzato o ex patner. Ma al di là dei dati colpiscono le storie: ragazzo quindicenne brucia viva la fidanzata per gelosia; uomo insegue ed uccide l'ex moglie e poi tenta il suicidio; giovane donna massacrata, violentata e poi abbandonata; uomo uccide l'ex fidanzata e poi si spara. Si potrebbe continuare all'infinito, ma a questo punto una domanda sorge spontanea: 'Cosa sta succedendo?' Qualcuno parla di "reati passionali". Ma davvero la passione può indurre a tutto questo? Nelle maldicenti menti degli uomini, le donne sono considerate come oggetti di loro proprietà e nel momento in cui cercano di spezzare il rapporto che li lega - perché vogliono un’ altra vita o perché si sono innamorate di qualcun altro scatta la furia di quello stesso uomo che diceva di amarle. Forse che non si sa più cos'è l'amore a questo mondo? In una società riprovevole come la nostra, può un uomo confondere il sublime e sacro sentimento dell'amore con la meschina e condannabile violenza? La situazione ci sta sfuggendo di mano. In Italia il fenomeno del femminicidio è stato considerato un'emergenza tanto che in Parlamento si stanno varando delle norme ad hoc: con 545 voti a favore su 545, il ddl contro ogni forma di violenza sulle donne è passato al Senato per l'approvazione. Il Paese ha preso coscienza della gravità della situazione e sta finalmente muovendo i primi passi per porre fine alle stragi: "La violenza sulle donne ha radici antiche ma possiamo arginarla" - dichiarano. Bisogna dire "STOP" alle persecuzioni, alle percosse, alla violenza psicologica: gli uomini che compiono questi atti, non sono degni di essere definiti tali. Le donne vittime di questi com- portamenti disumani sono spesso ingenue, troppo deboli ed incapaci di reagire; molto spesso hanno paura di denunciare oppure di chiedere aiuto. Sono capaci di soffrire in silenzio, non hanno il coraggio di porre fine ai loro dolori solo per timore delle conseguenze. Sono disposte a vivere ed affrontare ogni singolo giorno la stessa dura realtà sperando che il giorno dopo cambi la situazione che in verità cambia, si ma peggiora: le menate diventano più frequenti, le botte più forti fino ad arrivare all'omicidio. Il più grande errore? Scambiare tutto questo per amore. "L'amore con la violenza e le botte non c'entra un tubo, l'amore con gli schiaffi e i pugni c'entra come la libertà con la prigione" - disse Luciana Litizzetto nel suo monologo sulla violenza sulle donne. Come un tunnel senza fine, come una strada senza sbocco, un labirinto senza uscite, così è il vortice della violenza. Sensibilizzare tutte le donne e sopratutto le giovani ragazze, è importante; educare gli uomini al rispetto per la donna, altrettanto. Miriana Scala IV A PNI PAGINA 21