Femminicidio: noi italiani ne deteniamo il primato
In Italia ogni anno un milione di
donne subisce violenza. Secondo
l'Istat, una donna su tre, tra i
sedici e i settanta anni è stata
colpita nell'arco della propria
vita dall'aggressività di un uomo,
sia egli marito, fratello, fidanzato o ex patner. Ma al di là dei
dati colpiscono le storie: ragazzo
quindicenne brucia viva la fidanzata per gelosia; uomo insegue
ed uccide l'ex moglie e poi tenta
il suicidio; giovane donna massacrata, violentata e poi abbandonata; uomo uccide l'ex fidanzata
e poi si spara. Si potrebbe continuare all'infinito, ma a questo
punto una domanda sorge spontanea: 'Cosa sta succedendo?'
Qualcuno parla di "reati passionali". Ma davvero la passione
può indurre a tutto questo?
Nelle maldicenti menti degli
uomini, le donne sono considerate come oggetti di loro
proprietà e nel momento in cui
cercano di spezzare il rapporto
che li lega - perché vogliono
un’ altra vita o perché si sono
innamorate di qualcun altro scatta la furia di quello stesso
uomo che diceva di amarle.
Forse che non si sa più cos'è
l'amore a questo mondo? In
una società riprovevole come
la nostra, può un uomo confondere il sublime e sacro sentimento dell'amore con la meschina e condannabile violenza? La situazione ci sta sfuggendo di mano. In Italia il fenomeno del femminicidio è stato
considerato un'emergenza tanto che in Parlamento si stanno
varando delle norme ad hoc:
con 545 voti a favore su 545, il
ddl contro ogni forma di violenza sulle donne è passato al
Senato per l'approvazione. Il
Paese ha preso coscienza della
gravità della situazione e sta
finalmente muovendo i primi
passi per porre fine alle stragi:
"La violenza sulle donne ha
radici antiche ma possiamo
arginarla" - dichiarano. Bisogna
dire "STOP" alle persecuzioni,
alle percosse, alla violenza psicologica: gli uomini che compiono questi atti, non sono degni di essere definiti tali. Le
donne vittime di questi com-
portamenti disumani sono spesso ingenue, troppo deboli ed
incapaci di reagire; molto spesso hanno paura di denunciare
oppure di chiedere aiuto. Sono
capaci di soffrire in silenzio, non
hanno il coraggio di porre fine ai
loro dolori solo per timore delle
conseguenze. Sono disposte a
vivere ed affrontare ogni singolo giorno la stessa dura realtà
sperando che il giorno dopo
cambi la situazione che in verità
cambia, si ma peggiora: le menate diventano più frequenti, le
botte più forti fino ad arrivare
all'omicidio. Il più grande errore? Scambiare tutto questo per
amore. "L'amore con la violenza
e le botte non c'entra un tubo,
l'amore con gli schiaffi e i pugni
c'entra come la libertà con la
prigione" - disse Luciana Litizzetto nel suo monologo sulla
violenza sulle donne. Come un
tunnel senza fine, come una
strada senza sbocco, un labirinto senza uscite, così è il vortice
della violenza.
Sensibilizzare tutte le donne e
sopratutto le giovani ragazze, è
importante; educare gli uomini
al rispetto per la donna, altrettanto.
Miriana Scala
IV A PNI
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