Giornalino di Istituto 2013 | Page 11

Imperante Impersonalismo L’adolescenza é un argomento quanto mai attuale, scottante, perché vissuta ogni giorno da milioni di persone nelle sue molteplici forme e fasi. Una tappa della vita fisiologicamente fondamentale e, tutto sommato, benché la natura possa talvolta giocare brutti tiri, una tappa “felice” in quanto segna un’evoluzione in corso nell’individuo che matura una visione sociale differente, ponendosi lui stesso spregiudicatamente come metro di giudizio di una realtà tanto complessa nelle sue manifestazioni e che lui non è spesso in grado di comprendere appieno. Ragione di vita – da considerare ad litteram – è l’acquisizione di un ruolo nella micro-società per l’adolescente: ci si s pie ga co sì l’esaltazione e la costante ricerca in sé di una prova che garantisca notorietà e importanza. Ma la questione verte s u c o m e l’adolescenza sia vissuta oggi: sebbene i caratteri essenziali dell’’adolescenza siano assoluti, validi cioè in società anche differenti, presenti e passate, ad allarmare sono proprio i motivi che l’adolescenza ha assunto oggi, principale responsabile lo sviluppo urbano. Relegati nelle proprie abitazioni, i giovani spendono il tempo in attività sedentarie al punto che la scuola diventa un rimedio a questa solitudine ordinaria, che neppure si avverte. L’educazione però rimane quella fornita dalla TV, dai coetanei, di fronte ai precetti dei genitori che il più delle volte non si trovano al passo con i tempi e che, pertanto, appaiono inapplicabili. La stessa ricerca di sicurezza, di fronte alla decadenza del dialogo, trova strumento nel corpo, il quale può apparire e distinguersi, da vicino o da lontano, a chi è solito vederlo o no, a differenza della parola. Allora importanza as- sume la cura esteriore di sé e questo narcisismo lo reputo il motivo della pochezza di principi tra i giovani di oggi, che presto saranno coloro che muoveranno la società. L’idea non ha valore, è sminuita di fronte alla cultura sessista massiva che la mortifica giorno per giorno. Cercare sé stessi viene erroneamente interpretato come il cercare un taglio, un trucco, un abbigliamento con cui apparire tra i tanti. La mentalità dell’adolescente è tremendamente spicciola, come confermano le “brachilogie” su Facebook. Peraltro hanno la presunzione che tutti i casi siano riconducibili ai pochi della loro esperienza, magari sessuale, e rifiutano l’idea di essere piccoli insignificanti masse, ancor di più se vittime dell’omologazione, quando invece, la premessa da cui iniziare ad affrontare l’adolescenza è proprio questa. A primeggiare sono in pochi, ma si possono comunque gettare le basi di un’introspezione psicologica di sé stessi propedeutica al futuro. Altrimenti è una delusione, un fallimento accuratamente mascherato in pubblico, in modo così meccanico che davvero l’adolescente inizia a vedere sé stesso come gli altri lo vedono ossia esteriormente e ignorando “l’ombra” della sua anima. Allora mi sento di definire questo costume imperante tra i giovani ( ma che probabilmente si estenderà all’intera popolazione) una forma spontanea di nichilismo nel campo delle idee e di impersonalismo nella sfera interpersonale ed intrapersonale. Mi sento di citare una parte di una canzone metal che ben descrive tale atteggiamento ponendovisi contro: “Convinciti che sia così, sei fatto per fallire. Prima o poi smarrirai la tua via, rimarrai solo tu stesso ad essere stato ingannato [dalle tue persuasioni]”. Marmellata Lover PAGINA 11