Imperante Impersonalismo
L’adolescenza
é un argomento
quanto mai attuale, scottante, perché
vissuta ogni giorno da milioni di persone nelle sue molteplici forme e fasi.
Una tappa della vita fisiologicamente
fondamentale e, tutto sommato, benché
la natura possa talvolta giocare brutti
tiri, una tappa “felice” in quanto segna
un’evoluzione in corso nell’individuo
che matura una visione sociale differente, ponendosi lui stesso spregiudicatamente come metro di giudizio di una
realtà tanto complessa nelle sue manifestazioni e che lui non è spesso in
grado di comprendere appieno.
Ragione di vita – da considerare ad
litteram – è l’acquisizione di un ruolo
nella
micro-società
per l’adolescente: ci
si
s pie ga
co sì
l’esaltazione e la costante ricerca in sé di
una prova che garantisca notorietà e importanza.
Ma la questione verte
s u
c o m e
l’adolescenza
sia
vissuta oggi: sebbene
i caratteri essenziali
dell’’adolescenza
siano assoluti, validi
cioè in società anche
differenti, presenti e
passate, ad allarmare
sono proprio i motivi che
l’adolescenza ha assunto oggi, principale responsabile lo sviluppo urbano.
Relegati nelle proprie abitazioni, i
giovani spendono il tempo in attività
sedentarie al punto che la scuola
diventa un rimedio a questa solitudine ordinaria, che neppure si avverte.
L’educazione però rimane quella fornita dalla TV, dai coetanei, di fronte ai
precetti dei genitori che il più delle
volte non si trovano al passo con i
tempi e che, pertanto, appaiono inapplicabili.
La stessa ricerca di sicurezza, di
fronte alla decadenza del dialogo,
trova strumento nel corpo, il quale
può apparire e distinguersi, da vicino
o da lontano, a chi è solito vederlo o
no, a differenza della parola. Allora
importanza as-
sume la cura esteriore di sé e questo narcisismo lo reputo il motivo
della pochezza di principi tra i giovani di oggi, che presto saranno coloro
che muoveranno la società.
L’idea non ha valore, è sminuita di
fronte alla cultura sessista massiva
che la mortifica giorno per giorno.
Cercare sé stessi viene erroneamente interpretato come il cercare
un taglio, un trucco, un abbigliamento con cui apparire tra i tanti.
La mentalità dell’adolescente è tremendamente spicciola, come confermano le “brachilogie” su Facebook.
Peraltro hanno la presunzione che
tutti i casi siano riconducibili ai pochi
della loro esperienza, magari sessuale, e rifiutano l’idea di essere piccoli
insignificanti masse, ancor di più se
vittime dell’omologazione, quando
invece, la premessa da cui iniziare
ad affrontare l’adolescenza è proprio
questa. A primeggiare sono in pochi,
ma si possono comunque gettare le
basi di un’introspezione psicologica
di sé stessi propedeutica al futuro.
Altrimenti è una delusione, un fallimento accuratamente mascherato in
pubblico, in modo così meccanico
che davvero l’adolescente inizia a
vedere sé stesso come gli altri lo
vedono ossia esteriormente e ignorando “l’ombra” della sua anima.
Allora mi sento di definire questo
costume imperante tra i giovani ( ma
che probabilmente si estenderà
all’intera popolazione) una forma
spontanea di nichilismo nel campo
delle idee e di impersonalismo nella
sfera interpersonale ed intrapersonale.
Mi sento di citare una parte di una
canzone metal che ben descrive
tale atteggiamento ponendovisi contro: “Convinciti che sia così, sei fatto
per fallire. Prima o poi smarrirai la
tua via, rimarrai solo tu stesso ad
essere stato ingannato [dalle tue
persuasioni]”.
Marmellata Lover
PAGINA
11