Frammenti di luce e di colore Una finestra sull'Impressionismo | Page 20

La Parigi di Napoleone III È solo grazie agli epocali cambiamenti di quel periodo e alla crescita economi- ca ed urbana della capitale francese, che andava arricchendosi di vita e splendori, che anche il clima culturale fu rimesso in moto, preparando la storia dell’arte alla novità del secolo e permettendo agli im- pressionisti di immortalare nelle loro tele la stessa gioia viva della società borghese che aveva permesso al movimento di na- scere, contribuendo così a creare il mito della Belle Époque. L’imperatore, infatti, figlio della cultura positivista della Fran- cia di metà Ottocento, investì gran parte del denaro dello Stato nelle infrastrutture parigine cambiando completamente, con l’aiuto del Barone Haussmann, l’aspetto della città, di cui venne ricostruito circa il 60%. Da una parte, fu un modo per cercare di evitare insurrezioni popolari, dall’altra, un tentativo di adattarsi a ciò che stava succedendo in Europa e di stabilire il pro- prio ruolo e prestigio (Napoleone aveva infatti visitato altre capitali europee). Vi erano a Parigi certe zone sovrappopolate e in condizioni igieniche impietose, perciò le stradine medievali vennero sostituite da grandi viali (boulevards), larghi fino ai 30 metri, alternati a vie minori (avenues). I boulevards facilitavano anche il passag- gio alle truppe dell’esercito, e impedivano ai rivoluzionari di innalzare barricate, per via della loro ampiezza. A Parigi fioriro- no monumenti, grandi piazze di connes- sione e spazi verdi (affascinato dai vasti parchi londinesi, Napoleone fece infatti nascere diversi parchi e boschi all’interno della città). Per poter ammirare meglio le opere architettoniche, queste vennero cir- condate da piazze grandi e collegate dai boulevards, come nel caso dell’Arc de Triomphe. Iniziarono a comparire nuove stazioni ferroviarie, come la gare de l’Est, e altre furono ampliate, come la gare du Nord. Iniziò inoltre a nascere l’idea della metrò (Napoleone infatti aveva in mente di collegare tra di loro, con la ferrovia, tut- te le stazioni di Parigi). Venne migliorato il sistema di alimentazione idrica della ca- pitale: una rete di acquedotti era dedicata all’acqua potabile, l’altra si occupava del- la pulizia delle strade e dell’innaffio de- gli spazi verdi. Napoleone III riorganizzò anche la rete fognaria e la distribuzione del gas (utile allora anche per i lampio- ni che si occupavano dell’illuminazione pubblica). L’arredo urbano venne quasi completamente progettato da capo, ed è quello ancora largamente presente ai no- stri giorni, nei marciapiedi e nei giardini della capitale: i palazzi furono ricostruiti quasi tutti con lo stesso stile (il cosiddetto “Stile Secondo Impero”, con cui fu costru- ita, per esempio, l’Opéra). Gli edifici non sono concepiti come autonomi, ma come parte del paesaggio urbano, che deve mantenersi sempre simile. Tutto questo, nonostante certi inconvenienti come il so- vraffollamento (sempre più persone, che prima vivevano in provincia, iniziarono a trasferirsi nella capitale), migliorò la qua- lità della vita parigina, per esempio nella circolazione stradale e nell’igiene. La clas- se borghese, esclusa, per il momento, dalla vita politica dal dispotismo dell’imperato- re, si concentrò sulla propria importanza economica e culturale, celebrando, per esempio, le conquiste fatte dalla scienza 20