Il presidente
Salvatore SECHI
INTERVISTA
“Vi parlo della mia Torres”
Un lungo salto, di
quasi vent’anni. Dai
fasti
della
C1
all’Eccellenza
di
oggi. In mezzo altri
dirigenti,
altre
categorie,
poche
gioie,
più
spesso
dolori.
Oggi
Salvatore Sechi è al
timone della Torres
in una stagione di
rinascita e che sta
entrando ora nel
vivo.
Perché rientrare dopo tanto tempo?:“Mi sono allontanato dalla Torres
tanti anni fa perché pensavo di aver fatto tutto quello che potevo per
una squadra che è la passione di una vita, ereditata da mio padre
Giuseppe. Mi sono fatto da parte e ho seguito da lontano le tristi
vicende della Torres. Lo scorso anno, dopo aver visto i giocatori buttati
fuori da un albergo, con le sacche tra i piedi, non potevo stare inerme.
Per loro, per la tifoseria, per la città di Sassari. Ho pensato a mio
padre, a quanto avrebbe sofferto a vivere questa situazione. Volevo dare
una mano e sono entrato come sponsor, perlomeno per salvare la
stagione e l’onore della maglia”.
Lo scorso anno si è combattuto ma non si è potuta evitare la
retrocessione. Dopo cosa è successo?: “E’ successo che bisognava fare
qualcosa; ma non mi sarei mai rimesso in gioco, dopo gli anni in cui ho
ricoperto ruoli dirigenziali, se non avessi visto da parte dei tifosi
organizzati, gli unici che si sono mossi per salvare il salvabile, la
volontà di andare tutti in un’unica direzione. Quando si tocca il fondo
bisogna innanzitutto guardarsi negli occhi e condividere un percorso.
Io ho promesso che mi sarei impegnato personalmente per ridare a
questa società il rispetto che merita su tutti i fronti, sportivi,
istituzionali e di immagine. Credo che, dopo una partenza difficile,
siamo riusciti a costruire qualcosa su cui lavorare per il futuro”.