La via migliore di tutte( I Corinzi 13, 1-13)
attualità ecclesiale
Giovedì 18 maggio alle ore 21,00, a Gorgonzola nella cappella della SS. Trinità, si è tenuto il quinto e ultimo incontro decanale di lectio divina per adulti dal titolo:
La via migliore di tutte( I Corinzi 13, 1-13)
L’ incontro è stato guidato da don Angelo Puricelli che ha gentilmente curato anche questa sintesi per i lettori de Il Lievito. A don Angelo, dalla redazione e dai lettori, un grande grazie per la disponibilità e la fattiva collaborazione.
Credenti“ dentro” la Chiesa 5.
Contesto
• Anzitutto l’ inno è preceduto da una affermazione di Paolo che lo introduce“ Aspirate ai Carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte”( 1Cor, 31). Paolo sembra preoccupato di mostrare la via da percorrere assolutamente, la migliore.
• In greco la parola amore era qualificata dai seguenti termini, tenendo conto che l’ uno non esclude l’ altro: PHILIA: che indica la passione per qualcosa ma anche un generico voler bene o un’ amicizia; EROS che indica l’ attrazione ma anche il desiderio di possedere l’ altro; e infine l’ AGAPE che qualifica l’ amore come il dono di sé e la disponibilità a venir meno per donarsi all’ altro. Quando Paolo qui parla della CARITA’, parla espressamente di quest’ ultimo tipo di amore e cioè la disponibilità a fare di se un dono d’ amore per l’ altro.
• Paolo indica la mèta del cammino della vita. Il senso del nostro camminare sta proprio nel cercare l’ amore e vivere di esso.
• Egli lo ricorda soprattutto ad una comunità come quella di Corinto, litigiosa, confusa moralmente e culturalmente.
Lo schema
- vv. 1-3 Affermazioni che cercano di mostrare cosa significhi nel presente vivere questa carità. Può essere considerata una opzione tra le tante? NO perché il presente è proprio caratterizzato da quanto amore abbiamo messo in ciò che facciamo.
- vv. 4-7 Attraverso 15 verbi si descrive in cosa consista l’ amore. Ma la cosa interessante è notare che queste caratteristiche dell’ amore che in greco sono espresse in verbi al presente, non sono solo un impegno per il cristiano ma prima di tutto sono il modo con cui Dio ci ama. Essi descrivono DIO.
- vv. 8-13 Nel futuro l’ unica cosa che conta è l’ amore, tutto passa l’ amore No!
Analisi del testo
- vv. 1-3 L’ amore è il punto di arrivo del cammino della vita e il termine ultimo della vita spirituale. Senza di esso le cose sono solo apparenza( come lo è il rumore). Esso definisce il reale passaggio dal non essere all’ essere, perché è l’ unica cosa che ci fa esistere“ se non c’ è la carità non sono niente”. Si può perfino arrivare a dare se stessi perdendo il significato di questo dono se manca l’ amore( pensiamo a tutto il mondo delle sessualità e affettività).
- vv. 4-7 Facciamo passare ciascuna delle definizioni che Paolo utilizza per parlare dell’ amore e dunque anche di Dio:
1. La Carità è magnanima: paziente in greco c’ è μακροθυμεῖ( Macrosumei) che è un verbo e vuol dire“ ha l’ animo macro” largo. La prima caratteristica dell’ amore è che ha il cuore largo. Ma qualcuno traduce anche con le viscere larghe, cioè viscere che fanno digerire tutto. Tutto ciò che ci chiude nelle nostre tante piccinerie e ci angustia non viene da Dio e non è amore.
2. La Carità è benevola: χρήσιμος( Cresphos) che significa che è usabile( che si lascia usare e non usa)
3. La Carità non è invidiosa: godere del bene dell’ altro è la cosa più difficile.
4. La Carità non si vanta: usa il verbo che si riferisce al passare davanti( riferito al mettersi in competizione).
5. La Carità non si gonfia d’ orgoglio: quando ci si gonfia si aumenta di volume e gli altri non hanno più spazio. C’ è talvolta la tendenza a occupare tutto lo spazio esistente.
6. La Carità non manca di rispetto: non fa mancare a nessuno la stima dovuta, perché percepisce la dignità di tutti.
7. La Carità non cerca il suo interesse: perché sopra ogni altra cosa l’ altro mi inetressa o almeno non mi è indifferente.
8. La Carità non si adira: in greco c’ è una parola che dice che non è“ puntuto”. Mentre l’ egoismo è come un istrice, tutte punte e l’ amore è molto smussato, cioè perde le punte, è levigato, è soave, non è aspro, non è duro. È forte ma non è duro.
9. La Carità non tiene conto del male ricevuto: usa qui un verbo che si riferisce alla ragioneria, ma l’ a- more non agisce nei termini del dare e dell’ avere.
Il Lievito- N. 182-183 Anno XVI- Giugno / Luglio 2017
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