FOCUS APCE 02.21 | Page 18

Anodi in titanio attivati per impianti a correnti impresse , cosa c ’ è da conoscere ?
ad un consumo pratico di 6 mg / A anno . Anche le densità di corrente applicabili agli anodi sono molto diverse a seconda degli ambienti ; in acqua di mare si arriva ad una densità di 600 A / m 2 , mentre nel suolo si utilizza conservativamente una densità di corrente di emissione di 100 - 150 A / m 2 . In situazioni drastiche come in fanghi o in aree a basso tenore di umidità o ancora in aree a temperature molto basse , vicine a 0 ° C le densità di corrente devono essere ridotte fino anche a 50 A / m 2 . In realtà non si tratta propriamente di un consumo dell ’ anodo , quanto di un collasso del catalizzatore . Il vero problema è la disattivazione del catalizzatore che può avvenire per occlusione dei siti attivi del catalizzatore stesso oppure per la formazione , nel tempo di un film di ossido di titanio all ’ interfaccia tra il titanio stesso ed il deposito della miscela di ossidi . Quest ’ ultimo fenomeno è il motivo per cui nei nostri processi applichiamo uno strato intermedio di ossidi di tantalio e zirconio prima dello strato attivo costituito da ossidi di iridio e rutenio . Per quanto riguarda invece le applicazioni nel calcestruzzo le densità di corrente applicate sono bassissime , dell ’ ordine di 110 mA / m 2 . Valori così bassi non sono dovuti alle caratteristiche degli anodi quanto alle proprietà del cemento stesso , in quanto , per densità di corrente superiori , i prodotti acidi della reazione anodica andrebbero a deteriorarne le caratteristiche chimiche e di resistenza .
Nel mondo globalizzato di oggi si sono moltiplicati i produttori di anodi su scala mondiale , mettendo spesso in crisi uffici tecnici e commerciali , spesso con prezzi che sembrano altamente competitivi . Ma , se io fossi il responsabi-
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