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Strano ma vero, d’assassini irrisolti all’Area 51 ce n’erano stati già cinque e
tutti in prossimità dell’Hangar 18. Questo era il sesto, ed il secondo sotto il suo
comando!
Nel 1996 era stato trovato assassinato un addetto alle pulizie: Carlos
Tomapulopilosos, freddato nell’Hangar 18. Americano di origine greche, era
single, operatore di una società privata di pulizie che era in appalto nell’Hangar
18. Ucciso con due colpi dalla testa, con 9mm FMJ sparati da una Colt M9.
Il maggiore Douglas si ricordava bene il caso, aveva battuto tutta la pista
dell’Area 53 metro per metro, riuscendo a ritrovare i proiettili che erano dispersi a 200 metri dal corpo. Allegato alla pratica, aveva sia i proiettili che la
perizia balistica, ma nessun testimone dell’accaduto e nessun dato dalle telecamere di sorveglianza. L’addetto alle pulizie era stato freddato in una zona
cieca non coperta dalle telecamere. Nessun movente apparente, nessun indiziato, il generale dell’Usaf che aveva il comando della base, gli aveva suggerito
tre anni fa, d’archiviare rapidamente il caso.
In comune con l’attuale assassinio c’era l’Hangar 18, il sergente Byron era stato ucciso proprio di fronte all’Hangar 18 dell’Area 53.
Nel 1979 era stato trovato assassinato Tom Altman, americano, meccanico USAF specializzato, divorziato e senza figli. Ucciso anche lui dentro
l’Hangar 18, malauguratamente nella stessa zona cieca della telecamera di
sorveglianza. Causa della morte: un colpo mortale alla testa di un proiettile in
calibro .45 sparato da una Colt M1911. Il caso era stato aperto e chiuso, dal
precedente addetto alla sicurezza dell’Area 53. In questo caso, nel dossier
c’era il proiettile estratto dalla testa esplosa della povera vittima. C’erano le foto, c’era la perizia balistica, ma nessun testimone dell’accaduto e nessun dato
dalle telecamere di sorveglianza. Nessun indiziato e nessun movente potenzia-