Mentre il B1 faceva perno con velocità supersonica, alta
manovrabilità garantita dall’ala a geometria variabile e da un
enorme potenza radio emessa per il jamming, l’F117 ed il B2 erano
velivoli da attacco tattico e strategico che avevano una bassa
traccia termica, una bassa traccia sonora, una bassa RCS con radar
in alta frequenza. Velivo li che vo lando bassi con ridotta velocità e
sfruttando i rilievi del territorio, potevano risultare difficilmente
intercettabili. Ovviamente non erano immuni dalle difese anti-aeree
classiche che se messe a sistema con i dati dei radar a bassa
frequenza, i nemcii potevano organizzare un muro di pesanti
minacce a cui i velivoli “stealth” avrebbero avuto seri problemi a
superare. Alla CIA piacque l’F117 al punto che ne fu ingegnerizzata
una versione V/TOL e fu impiegata come velivolo tattico per le
operazioni speciali e le infiltrazioni, fu testato presso basi militari
NATO in Gran Bretagna. Fu ingegnerizzata anche una versione
drone F117 VTOL, ed impiegata in Belgio per intortare le difese
aeree NATO, glorificando i progetti “F22 ed F35” che erano a
tutt’oggi nel 1999 ancora in sviluppo presso l’Area51.
Furono sviluppate e potenziate le “smart ammos” sia perché le due
guerre del Golfo ne fecero crescere l’esigenza, sia perché avendo
sistemi di guida GPS e velivoli a bassa traccia radar, era un
controsenso sganciare sugli obiettivi nemici delle bombe a grappolo
non guidate, che vanificavano tutto lo sforzo ingegneristico nel
rendere i mezzi aerei sempre più “furtivi”, se poi le bombe non
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