causa dell’alto consumo di carburante ed il payload era scarso, per
cui all’iniz io non vi fu mo lto spazio per introdurci hardware per la
guerra elettronica.
Il progetto “Blue grass” era tecnologicamente identico all’Avrocar
solo che era un drone: in parte radioguidato, in parte sostenuto con
un sistema di guida automatico-inerziale. Non c’era spazio per
l’equipaggio, c’era solo un picco lo vano di carico da cui avrebbe
dovuto scaricare armi chimiche e/o batteriologiche, per aprire la
strada a truppe speciali (aviotrasportate oppure sbarcate da
sottomarini), per sostenere un’infiltrazione & incursione notturna,
contro basi nemiche pesantemente difese.
Il progetto “flying saucer” era ident ico al progetto Avrocar, solo che
il mezzo era assai più grande, in fibra di carbonio, le turbine assai
più efficienti, fu possibile installarci dei radar passivi e delle gondole
ECM per la guerra elettronica, oltre ad avere un solo membro di
equipaggio. Velocità e tangenza erano leggermente superiori ad un
P51 e poteva atterrare e decollare rapidamente come un elicottero.
Volando ad un metro dalle creste degli alberi era quasi invisibile ai
radar di terra e difficile da detectare anche per un AWACS. Mezzo
tattico con ridotta autonomia, a causa del suo design che era assai
più dispendioso di carburante rispetto un normale elicottero, il
velivolo fu usato per alcune operazioni speciali, finendo spesso per
essere scambiato per un mezzo alieno.
Solo di recente la linea dello sviluppo di mezzi esotici ad elica
intubata, fu mescolata ai risultati delle altre linee di sviluppo, talché
è recentissimo il progetto “black knight”. Sostanzialmente è la
rivisitazione del progetto “Flying saucer” trasformando il velivo lo in
un drone, istallandoci dei motori elettrici propulsi prima da un
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