“Vittorio Orlandi è stato eletto presidente della Fise con una maggioranza schiacciante. Onore al vincitore. A lui auguro buon lavoro”. Parole scritte non da un fan del Cavaliere o da un cronista assai sintetico, ma da Gaetano Manti, il giornalista che per settimane, sui social network di settore, aveva proclamato chiaramente la sua avversione per Orlandi alla guida della Federazione (riconoscendone però le doti sportive, umane e imprenditoriali).
Maggioranza schiacciante, ha detto, e, cifre alla mano, è andata proprio così. Il bronzo a squadre nelle Olimpiadi di Monaco 1972 ha conquistato 3515 voti contro i 2435 del suo avversario più tenace e, al seggio, più pericoloso, Marco Di Paola. Agli altri due competitors, Alessandro Galeazzi e Massimo Arcioni, solo piccole fette della contesa torta: 262 voti al primo e appena 48 al secondo. Il successo di Orlandi, o meglio, del suo programma, è stato sottolineato anche dalla elezione dei componenti della squadra da lui presentata, alla quale si è aggiunto in finale Francesco Maria Gabriele Mocchi, classe ’75, il più giovane del gruppo. Mocchi, non presente a Ostia (luogo delle elezioni) perché impegnato in cure riabilitative in Lombardia, era ben inserito nella ‘lista’ Galeazzi, ma il suo gradimento è andato ben oltre quel confine. Dunque Vittorio Orlandi è diventato il quindicesimo presidente della Fise, succedendo a Gianfranco Ravà dopo 21 mesi di commissariamento, il più lungo della storia in tutte le Federazioni del Coni.
CLICCA E CONTINUA