Impariamo dalla natura
a riciclare tutto
Per la scienza la salvaguardia del pianeta passa
per l’acquisizione di un nuovo stile di vita
Professor Masullo, quanto incide il
nostro stile di vita sulla salvaguardia dell'ambiente?
La crisi ecologica globale non è un affare che riguarda solo le grandi istituzioni politiche, economiche e finanziarie ma anche ciascuno di noi. I
grandi numeri delle crisi ecologiche
planetarie sono la sommatoria dei
comportamenti, dei consumi, delle
abitudini di ciascuno dei sette miliardi di abitanti del pianeta, ed in particolare di quel quinto dell'umanità
che vive nei paesi industrializzati.
I 30 miliardi di tonnellate di anidride
carbonica che ogni anno l'umanità
immette nell’atmosfera e che stanno
pericolosamente modificando il sistema climatico terrestre, non sono
altro che la somma delle 4,38 tonnellate che annualmente in media ogni
abitante della Terra produce, 12 kg al
giorno, a cui ciascun cittadino
Italiano, con il suo stile di vita, con le
sue scelte nei trasporti e negli acquisti, con l'organizzazione della sua casa contribuisce ogni giorno con circa
20 chilogrammi di CO2 , ben al di sopra della media.
La grave crisi climatica, la responsabilità verso le generazioni future,
l'equità verso la maggioranza
dell'umanità che gode solo marginalmente dei benefici del progresso,
e soprattutto verso quel quinto più
povero dell'umanità che vive in gravi
difficoltà, la stessa crisi economica
mondiale, riguardano direttamente
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Andrea Masullo è un ingegnere ambientale, docente di Teoria dello Sviluppo Sostenibile all'Università di Camerino.
È responsabile dell'Unità Clima e Energia
del WWF Italia e fa parte del Consiglio Direttivo di ISES Italia.
Già consigliere del Ministero per le Politiche ambientali, è autore di numerosi testi e
articoli sui temi dell'ambiente, dello sviluppo e dell'energia, fra i quali: “Qualità Vs
quantità. Della decrescita a una nuova economia”, “ll Pianeta di Tutti”, “La sfida del
bruco. Quando l'economia supera i limiti
della biosfera”, “Energia Verde per un Paese rinnovabile”.
il nostro stile di vita consumista fatto
di spreco di risorse e di energia.
Gli effetti disastrosi del surriscaldamento globale sono già evidenti?
Il 2014 si chiude come l'anno più caldo della storia della meteorologia italiana, cioè degli ultimi 200 anni. Il riscaldamento elevato degli oceani ha
prodotto durante l'anno da una parte
alluvioni e cicloni di eccezionale intensità ed in altre zone un inasprimento dei fenomeni di desertificazione.
In Italia, complice il surriscaldamento
dell'acque del Mediterraneo, abbiamo visto comparire nella storia della
nostra meteorologia, piccoli tornado
che, associati all'incuria del territorio
ed alla cementificazione dell'alveo
dei fiumi e dei pendii, hanno generato alluvioni e frane con gravi danni alle persone, alle coltivazioni e alle cose. Continuando di questo passo arriveremo nell'arco di pochi decenni a
sperimentare situazioni come quelle
centroamericane, con piogge torrenziali e venti a centinaia di km/h e processi di desertificazione nelle regioni
meridionali.
La corretta gestione dei rifiuti quanta parte ha nella tutela e salvaguardia del nostro ambiente?
I disastri ambientali sono strettamente legati allo spreco di risorse e di
energia. L'aumento della produzione
di rifiuti è l'effetto macroscopico concreto di questo spreco.
Trasformare in rifiuti materiali utili,
costati energia, acqua e inquinamento per la loro produzione, significa far
crescere tutti i gravi danni alla salute
ed all'ambiente che preoccupano gli
scienziati.
Distruggere l'ambiente significa distruggere la nostra salute e la nostra
unica fonte di salute e di benessere.
La natura ricicla tutto ciò che utilizza
da sempre.
E' l'uomo che non “utilizza” ma “consuma”, cioè utilizza le risorse naturali
in maniera distruttiva rendendole