Le opere esposte in questa esposizione rappresentano una condizione estetica volta a manifestare lo
zeitgeist colto nelle sue valenze più ambigue, anche se inteso, a espungere il negativo, la crisi dei valori,
anche epistemologici, e ad affermare quelli positivi, fondanti la società civile.
Nelle opere fotografiche presentate c’è uno spaccato dell’arte iberica contemporanea, al femminile, nelle
sue comnponenti qualitativamente più accentuate che si riferiscono alla tradizione della grande arte
spagnola quanto al carattere dell’immediatezza, del crudo realismo e del diffuso concettualismo che
permeano ogni opera scevra di retorica, di spettacolaratà e di mero formalismo.
Al contrario, ognuna manifesta una denuncia chiara, espressa con forza: è il malessere di una Donna
precipitata all’improvviso, per effetto di regole, o modi di essere e pensare, obbrobbriose, che non solo la
offendono nella sua natura, ma la costringono a una non voluta, storica regressione, assolutamente
inaccettabile.
Per questo le artiste, contro l’oppressiva proposta di legge Gallardon oppongono una protesta tanto
silenziosa e civile quanto penetrante e incisiva, capace di scavare le coscienze, come solo con l’arte è
dato di fare.
Sicchè la mostra si traduce, in ultima analisi, in una sorta di manifesto “politico” coll