Disturbi generalizzati dello sviluppo e integrazione scolastica Autismo e integrazione Scolastica | Page 96
Disturbi Generalizzati dello Sviluppo e Integrazione Scolastica
Autismo – Strategie per una scuola inclusiva
•
Assemblare pezzi di costruzione seguendo un modello
Attività:
preparare in anticipo un modello con le costruzioni e
mettere in un contenitore i pezzi necessari per
assemblarne
un altro uguale al modello.
•
Effettuare percorsi motori (ad esempio saltare nel cerchio, girare intorno al birillo)
Attività:
organizzare semplici percorsi motori, in cui bisogna salire e scendere, passare sotto,
entrare dentro, scavalcare, ecc…in cui sia visivamente segnalato l’inizio e la fine. In un
primo momento il percorso verrà insegnato singolarmente a Paolo e solo
successivamente verrà introdotto un altro bambino in modo da inserire nell’attività il
turno. Paolo può aspettare il suo turno seduto su una sedia, osservando il bambino che
effettua l’attività. Quando il compagno torna seduto, lui si alza. Si suggerisce di fare in
modo che i bambini possano trasportare qualcosa da una parte all’altra del percorso. In
seguito si possono gradualmente aumentare i bambini. Si possono anche organizzare
dei percorsi da effettuare in due, in modo che un bambino effettui una attività (es:
camminare sulla trave) e l’altro lo aiuti tenendogli la mano: Paolo può di volta in volta
avere il ruolo dell’aiutante o dell’aiutato
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Imitare movimenti grosso-motori (ad esempio saltare, alzare le braccia, ecc.)
Attività:
È possibile organizzare un’attività di “ginnastica”, nella quale un adulto si pone dietro al
bambino e lo aiuta fisicamente a imitare i movimenti di un altro adulto. Questa attività
verrà effettuata anche durante il baby funky.
Per l’aspetto neuropsicologico è possibile considerare come obiettivi ed attività
specifiche dell’intervento scolastico, quanto segue:
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Identificare la parte mancante di una figura
Attività:
fornire delle figure a cui manca un dettaglio a cui Paolo deve collocare correttamente la
parte mancante, scegliendola fra due o tre a disposizione. L’adulto deve verbalizzare la
risposta per offrire un modello. Ma mano che il bambino diventa più abile nella
denominazione, è possibile chiedergli “cosa manca?” aspettandosi anche una risposta
verbale.
•
Collocare figure “prima-dopo”
Attività:
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