Dialogo n. 01-2021Web | Page 31

persone
“ Ho avuto la possibilità - disse ancora il Lino - di lavorare in seno ad una istituzione , come la Cassa Rurale di Arco , che è sempre stata un punto di riferimento per la nostra comunità . È stata una stagione meravigliosa ; ho trovato nel consiglio di amministrazione persone valide e c ’ è sempre stato un clima di grande unità e condivisione . È stata per me una maniera importante per rendermi utile , per occuparmi degli altri , soprattutto di quelli che hanno più bisogno , continuando , in fondo , a comportarmi da quell ’ alpino che sono sempre stato , con fede ed ideali ”
LA STATUETTA DEL SACRO CUORE , STORIA COMMOVENTE
“ Bisogna aver dato molto per capire che non si è fatto abbastanza ”; ci voveva la sensibilità del Lino per affidare ad un titolo di un suo libro di ricordi come questo uno straordinario messaggio di altruismo . In questo libro si racconta questa storia bella e , per molti aspetti , ricca di umanità : Nel periodo 1940-41 , visto l ’ inevitabile flagello della guerra , la Parrocchia ( ma non solo la nostra ) diretta dall ’ arciprete mons . Depellegrin , animò fedeli e associazioni a consacrarsi al Sacro Cuore di Gesù con l ’ intento di affidargli l ’ incolumità di quei tanti giovani che erano partiti o che dovevano partire per i vari fronti di quella insulsa guerra . Al Sacro Cuore di Gesù venivano affidate così le ansie delle famiglie e la protezione dei loro angusti , ma dignitosi casolari . In tale contesto anche il direttivo della C . C . B . S . ( Cooperativa Contadini Basso Sarca ) volle far la sua parte decidendo dia acquistare una statuetta del sacro Cuore di Gesù per esporla in un luogo adatto alla sua venerazione . Si organizzò una piccola cerimonia per sollecitare la nostra Fede , e la risposta fu immediata e partecipe . Finalmente , finita la guerra , per Lino e per pochi altri ci fu il ritorno . Quando la corriera si affacciò sulla Busa presso le prime curve della Maza , - ricorda il Lino - mi misi a piangere per la commozione : vedevo la mia valle come l ’ avevo lasciata . E mi apparve , come una visione , la statuetta del Sacro Cuore di Gesù che , ne sono certo , ha protetto la nostra terra e i suoi abitanti . Purtroppo , successe poi un fattaccio . La guerra lascia strascichi anche dolorosi , di assurda violenza e irresponsabilità . Ci furono saccheggi da parte di frange esaltate della popolazione . Qualche anno più tardi il giornale “ Il Contadino ” in un articolo dal titolo “ La Cooperativa dei Contadini del Basso
Sarca , nel quarantesimo anniversario della costituzione ” riferendosi a quei giorni di disordini immediatamente successivi alla fine della guerra , ebbe a scrivere “ Per la storia si deve tuttavia ricordare il tentativo , avvenuto immediatamente dopo la liberazione , di occupare la sede sociale , tentativo peraltro che venne subito stroncato dall ’ energico intervento del Presidente sig . Mario Gobbi e di alcuni soci ..”. Successe però che nonostante la difesa della sede , si registrarono dei danni e a farne le spese fu anche la statuetta . “ Il mio caro papà , poco dopo il mio fortunato ritorno , mi consegnò quella cara statuetta del sacro Cuore di Gesù , purtroppo mutilata delle mani . Rivedo ancora il suo viso triste e risento le sue parole : ” Tègnila tu Lino , che te sai cosa far , Ti almèn te capissi qualcòss ”. La statuetta di legno , in precarie condizioni e priva delle mani , rimane per molti anni a casa del Lino , riposta tra gli oggetti più cari , Passano i decenni ma il Lino ha sempre nel cuore le parole del papà . Così , parecchio tempo dopo negli anni Duemila la statuetta viene “ adottata ” dalla grande famiglia degli Alpini di Arco . Bruno Perini , artista e scultore , cura un intervento di restauro ricostruendone , tra l ’ atro le mani . La statuetta del Sacro Cuore di Gesù , con una cerimonia che si tiene nel 2011 , viene così collocata in una apposita nicchia in occasione dell ’ inaugurazione della ristrutturata baita degli Alpini di Arco , in quel di Prabi . Oggi la statuetta del Sacro Cuore di Gesù è un segno che racconta una storia , quella della devozione della gente di Arco e degli uomini della Cooperativa Contadini per chiedere protezione in tempi di guerra , quella della famiglia Gobbi con la missione affidata dal presidente Mario ed onorata , molti anni dopo , dal figlio Lino , l ’ alpino per antonomasia e cooperatore esemplare .
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