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territorio
Dall ’ alto verso il basso :
La caccia alla lepre è finita . La tecnica usata era chiamata nar a paràr i levri verso le reti facendo un gran baccano con urli , scandorloti e fisceti ;
Santa messa finale in piazza Cal di Ponte del Congresso Eucaristico nel 1953 ;
Gente di Mori che fa ‘ l merendot il 18 marzo a Monte Albano .
tale funzione evocativa . I ricordi non sono mai neutri ; arrivano con il loro carico di gioia ritrovata , o di dolore , ma sempre provocando partecipazione sentimentale ed emozioni . Allo stesso modo evocano in chi ricorda , e dunque chi legge , sensazioni che vengono da lontano , odori e sapori , ma anche sensazioni fisiche , come quella dei “ diaolini ” ( effetti delle mani calde a contatto con il gelo ). Scorrono le pagine con le “ scariolère ” ( piste per le slitte ), le ciliegie rubate , le serate di maggio , i festini da ballo e i primi innamoramenti , i raduni dei giovani , i fatti straordinari come l ’ evento del 1949 della Madonna Pellegrina . L ’ autore cita “ La storia siamo noi ” di De Gregori per ricordare , riallacciandosi ai versi del cantautore , che le nostre radici non sono nelle vicende dei potenti , quelle che occupano le pagine dei libri di storia , ma nella vita quotidiana della gente comune che , in qui decenni fondamentali , con il loro impegno e la loro umanità hanno “ costruito ” la civiltà del paese . Non è un libro settoriale . Come già per altri libri , e tra questi “ Libera nos a Malo ” di Meneghello nel quale un po ’ tutti , e non solo quelli di Malo nel vicentino , ci siamo ritrovati , anche la Mori di Cescatti , pur nelle sue specificità , assume un valore emblematico e non è possibile , per chi legge , non ritrovare situazioni , personaggi , storie che riconosce per essere vissuto in paesi , o realtà simili , nel periodo oggetto della narrazione . Ma non è tutto . La Mori del libro non è un microcosmo autosufficiente ma la vita di paese va a inserirsi in un contesto popolare nazionale , con le mode , i film , i cantanti che hanno segnato quel periodo , nomi noti mai posti su un piedestallo ma gioiosi compagni di strada . Così gli orizzonti di Mori si dilatano entrando con semplice armonia nella storia del costume italiano , quella di Carosello , della Seicento e delle “ Mille bolle blu ” di Mina . Il libro , ben 345 pagine , propone un prezioso apparato di ben 254 foto in bianco e nero in gran parte inedite . La prefazione è del moriano Giuseppe Ferrandi direttore del Museo storico del Trentino , le litografie che scandiscono i 18 capitoli e l ’ acquarello di copertina con piazza Cal di Ponte sono di Mario Signorelli , la quarta di copertina ( via Terranera ) è opera di Patrizia Cescatti . E un posto di primo piano spetta di diritto al bel capitolo curato da Pino Angeli su musica e musicisti moriani Uscito nel periodo tragico del coronavirus , il libro ha regalato emozione e speranza . La Sat , a fianco dell ’ autore nella pubblicazione , ha aiutato , con i suoi volontari , a distribuire gratuitamente centinaia di copie agli ultraottantenni del paese . Il libro è tuttora disponibile presso l ’ edicola Nicola Perini in piazza Cal di Ponte o contattando l ’ autore ( telefono 338 3867888 ). « La soddisfazione più grande - dice Cescatti - è stata quella di avere riallacciato i fili del presente a un passato che è un patrimonio della gente del paese , delle famiglie , di tutta la comunità . Tanti mi dicono : è vero , quel tal episodio , quel tal personaggio , lo avevo dimenticato , eppure lo avevo vissuto , e qualche anno fa si raccontava nei bar , o in piazza vicino alla fontana . Ricordo … che era proprio così !».
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