FOTOGRAFIA
CORTONA ON THE MOVE COME TOGETHER
Nel borgo toscano 23 mostre che illustrano le interpretazioni di 76 artisti internazionali
© Veronique De Viguerie
Le fratture del nostro tempo e i tanti espedienti messi in atto per arrivare ad una possibile riconciliazione. È in svolgimento la quindicesima edizione di“ Cortona on the move”, festival di Fotografia che quest’ anno ha come tema“ Come together”, alludendo ai tentativi di pacificazione dei vari conflitti sociali, politici ed economici in corso nel mondo. La rassegna vuole da sempre rappresentare un punto di riferimento globale, una piattaforma di produzione culturale e di sostegno ai giovani talenti. L’ idea di fondo è quella che la fotografia debba far vedere, cercare, porgere domande e offrire risposte, aprendo sempre nuovi spazi di indagine. Ben 23 le mostre che compongono il programma ospitando i lavori di 76 artisti nazionali e internazionali, dalla Palestina all’ Iran, dalla Francia al Canada, dagli Usa alla Russia, dall’ Ucraina all’ Italia. Tra i partecipanti della quindicesima edizione, Alfredo Jaar, tra gli artisti più impegnati del nostro tempo nell’ indagare gli squilibri di potere e il divario sociopolitico. Per l’ occasione ha coprodotto, con Photo Elysée, Museo per la Fotografia di Losanna, la mostra dal tema“ Inferno & Paradiso”, in cui 20 tra i più grandi fotoreporter di oggi sono stati invitati a selezionare due immagini dal loro archivio: la più straziante e quella che ha dato loro più gioia. Anche la mostra di Christopher Anderson & Marion Durand dal titolo“ Family Trilogy” è stata concepita appositamente per il festival e interpreta il tema Come Together da una prospettiva personale e autobiografica, cercando il compromesso tra il punto di vista del fotografo e quello della sua famiglia. La guerra e le sue drammatiche conseguenze sono il fulcro del progetto del fotografo ucraino Vic Bakin dal titolo“ Epitome”, una raccolta di cicatrici, visibili e invisibili, generate dal caos della guerra. Distanza e riconciliazione con le proprie origini sono invece al centro del progetto“ Ordinary Grief” della fotoreporter e artista irano-canadese Parisa Azadi la quale, nel 2017, dopo 25 anni di vita in Canada, è tornata in Iran per intraprendere un percorso di recupero della propria identità.
© Pia-Paulina Guilmoth
Fino al 2 novembre 2025 cortonaonthemove. com