DENTROCASA OTTOBRE 2019 | Page 21
Nella pagina accanto: Marc Chagall, Il gallo viola, 1966-72,
olio, gouache e inchiostro su tela, 89,3x78,3 cm.
In questa pagina, in senso orario: Marc Chagall,
Gli innamorati con l’asino blu, 1955 ca. olio su tela, 30x27 cm.
Ritratto di Vava, 1953-56, olio su cartone, 27x22 cm.
Il carretto sulla città, 1981, tempera su masonite, 40,6x33 cm.
I fidanzati su sfondo blu, 1931-32, olio su tela, 24x19,2 cm
(Private Collection, Swiss © Chagall®, by SIAE 2019).
È
un mondo traboccante
di stupore e di meraviglia,
un mondo dove il reale
danza con l’irreale e il
risultato è pura poesia
pittorica. È il mondo di
Marc Chagall, con i suoi
soggetti fluttuanti, le sue
visioni incantate, i suoi
reiterati agganci alla sfera
dell’onirico.
“Chagall. Sogno e magia”
è il tema della mostra
allestita a Palazzo Albergati
di Bologna, prodotta e
organizzata dal Gruppo
Arthemisia e curata da Dolores Duràn Ucar.
In esposizione 160 opere firmate dal grande
artista russo e provenienti da collezioni
private, a sintetizzarne la vita e la poetica
attraverso un affascinante racconto per
immagini. Cinque le sezioni, studiate tutte
sui temi a lui più cari: Infanzia e tradizione
russa; Sogni e fiabe; Il mondo sacro,
la Bibbia; Un pittore con le ali da poeta;
L’amore sfida la forza di gravità.
Sono “materie” che transitano agevolmente
dall’orbita del conscio a quella dell’inconscio
nell’obiettivo di fare coesistere realtà
e immaginazione, sempre difficilmente
distinguibili nell’opera di Chagall. I suoi
ricordi di bambino affiorano infatti con
particolare insistenza, vincolando la
narrazione a visuali fiabesche popolate
perfino da creature sovrannaturali.
Nato a Vitebsk (oggi Bielorussia) nel 1887,
Chagall matura la propria esperienza prima
a San Pietroburgo e poi a Parigi, attingendo
dai diversi richiami della cultura ebraica,
russa e occidentale. Un cammino che, anche
in termini artistici, lo costringe ad un
continuo contatto col suo passato, l’infanzia
in primis come detto, senza però trascurare
la dimensione del presente. Nei quadri di
Chagall emerge chiaramente l’impossibilità
di tracciare una linea netta tra il potere
della fantasia e quello della memoria,
obbligando lo spettatore a confrontarsi
esclusivamente con l’indefinito e la meravi-
glia. Il suo è il linguaggio universale
del sogno declinato
alle esigenze dell’artista,
sui labili confini di un
continuo capovolgimento
di prospettiva.
La deformazione del vero
connota le opere di un
inedito magnetismo, là
dove i soggetti affollano
la tela su fondali iperboli-
ci, aleggiando in giocose
peripezie in un paesaggio
accogliente e familiare.
Uomini e animali si aggira-
no in un’atmosfera di
assoluta libertà, muoven-
dosi in sincrono svincolati da ogni schema
formale e protagonisti di una scena che
invoca solamente bellezza. Come un grande
circo senza tendone, la pittura è per Chagall
un’imperdibile opportunità di fuga, con
la quale confrontarsi in dinamiche vibranti:
da qui le sue celebri figure sospese nell’aria
in assenza di gravità. L’amore, a cominciare
da quello per la moglie Bella, rimane al centro
dell’indagine, in una spirale emotiva
contraddistinta dall’appassionato utilizzo
del colore. L’immagine dice già tutto, dando
vita ad uno spettacolo di seducente,
inafferrabile, suggestione.
palazzoalbergati.com
fino all’1 marzo 2020