DENTROCASA NOVEMBRE 2022 | Page 43

ri , lavorando proprio sui più piccoli ”. L ’ universo dell ’ infanzia le interessa tanto … “ Sono molto concentrato sui bambini e su come reagiscono di fronte alle mie opere , che credo siano di natura molto comunicative . E lo vedi subito il bambino che è abituato al contatto con l ’ arte rispetto a chi la scambia per un semplice gioco ”. Ma torniamo a lei . Come ha capito che l ’ arte sarebbe diventata la sua strada ? “ Fare l ’ artista non mi è stato imposto ma mi è venuto appunto naturale . Inizialmente mio papà mi ha influenzato anche nei contenuti , nel senso che ci piacevano gli stessi artisti : da Henry Moore ai Futuristi , come Balla o Boccioni , figure quindi molto improntate sul dinamismo ”. Poi si è trovato una strada tutta sua : “ Da un certo punto in poi , per una questione personale che non amo raccontare , ho provato l ’ esigenza di esprimere altri concetti , sensazioni , superando i richiami ai modelli precedenti . Un ritorno ad un figurativo che però amo definire sempre concettuale , nel senso che utilizzo una figura , anche iperrealista , per esprimere un concetto . L ’ arte è diventata via via per me una vera e propria medicina , nel senso che serve in primis a me ”. Tutto è nato dal rinoceronte , figura-simbolo che evoca ormai da vent ’ anni : “ L ’ idea è nata da una scena del film “ E la nave va ” di Federico Fellini : quella
Ritratto con elefanti
a che fare sempre con trasporti eccezionali ha creato in me l ’ esigenza di ingegnarmi a trovare qualcosa che si comprimesse in casse facilmente spostabili . Adoro sperimentare ”. Come si proietta sul prossimo futuro ? “ Come detto , pensando soprattutto alle nuove generazioni , un processo mentale e creativo iniziato già con “ Gaia e la balena ”, dove Gaia è appunto una delle mie nipotine . Da lì ho acquisito la consapevolezza di quanto siano importanti i bambini , uomini di domani ai quali sarà affidata la responsabilità di questo pianeta . Per questo è bene averne cura . Fra i miei ultimi lavori il soggetto principale è mio figlio che ho scannerizzato qualche anno fa per realizzare opere nelle quali lo pongo sopra un cranio di mammut , o su un teschio umano o su una sfera / mondo . Il tema è : “ In equilibrio sul passato ”, a rappresentare le generazioni future in bilico su una situazione instabile , quella che abbiamo lasciato loro appunto . Ma in fondo il messaggio è positivo , di grande speranza , perché , ne sono convinto , l ’ uomo alla fine ce la fa sempre ”. In serbo ci sono anche altri progetti : “ Prossimamente mi piacerebbe rievocare in una mostra ad hoc la figura di mio papà : gli artisti della sua generazione , visti gli scarsi mezzi a disposizione , una volta ritiratisi dall ’ attività tendono a scomparire e pochi di essi
PH ROBERTO CAVALLI di un rinoceronte , appunto , catturato , sollevato da una gru e caricato su un transatlantico . Una vera e propria folgorazione per me : un ’ immagine che ho da subito immortalato con uno schizzo e che ho tirato nuovamente fuori dopo un po ’ di anni . Il titolo dell ’ opera è “ Il peso del tempo sospeso ”: la metafora è quella della condizione umana , del suo stato d ’ animo quando si sente sospesa appunto dalla realtà in una situazione innaturale ma grazie alla quale riesce a guardare la propria esistenza dall ’ alto . Un momento che definirei anche fortunato , seppur magari nel dolore , perché l ’ uomo riesce a staccarsi da se
Il peso del tempo sospeso ( schizzo )
stesso . Insomma , il rinoceronte così come anche il lottatore di sumo , vuole essere lo specchio di uno stato d ’ animo temporaneo che , mi sono accorto , accomuna tante persone ”. Come colloca le sue installazioni nei diversi contesti ? “ Mi interessa molto mettere in relazione le mie opere con l ’ ambiente che le accoglie . Ad esempio credo che il rinoceronte sia molto più adatto ad habitat , per così dire , innaturali per la sua figura e quindi soprattutto nei contesti metropolitani ”. Che tecniche usa per le sue opere ? “ Per quelle di piccole dimensioni la classica fusione in bronzo a cera persa che mette lo scultore a stretto contatto con la fonderia . Per le opere grandi , invece , materiali sintetici . Le realizzo prima da blocchi di polistirolo che divengono poi modelli sui quali vengono fatti calchi in gomma da cui si può possono ricavare bronzo a cera persa o vetroresina . Ultimamente utilizzo tanto anche il poliuretano che , grazie alle sue proprietà , mi consente di realizzare opere all ’ apparenza pesantissime ma in realtà molto leggere . Avere
Balancing on the past
vengono ricordati e storicizzati come meritano . E poi ho in mente un ’ antologica tutta mia per far scoprire aspetti della mia produzione che sono rimasti in secondo piano ” conclude Stefano Bombardieri .
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