DENTROCASA MARZO 2022 | Page 29

Ha “ apostrofato ” politici , scrittori , attori e personaggi dello spettacolo e ne ha fatto un suo personalissimo jet set , a base di umorismo e arguzia . Irriverente , ironico , ma sempre garbato , ci ha messo il cinismo di un minuzioso anatomista ma anche il compiacimento di un maestro della risata . Umberto Tirelli ( 1871 - 1954 ) è una figura di primissimo piano nel mondo della caricatura del Novecento e il suo “ Tanto più brutto , tanto più bello ” ben sintetizza il senso delle creazioni che portano la sua firma . In questo periodo il Museo Civico di Modena , nei rinnovati spazi del Complesso San Paolo , gli dedica una mostra dal tema “ Umberto Tirelli . Caricature per un teatro della vita ”, visitabile fino al prossimo 25 aprile . A disposizione del visitatore ben 230 opere , tra disegni , sculture , pitture , maschere e burattini . Dell ’ opera colpisce la versatilità con la quale è in grado sempre e comunque di strappare un sorriso fra il beffardo e il graffiante , scrollandosi di dosso ogni tipo di

Grand Restaurant de la Paix , s . d . tempera e matita su carta , Modena , collezione privata .
A sinistra : Caffè San Pietro , 128 , olio su compensato , cm 100x130 , Modena , collezione privata . Sopra : Joan Crawford e Umberto Tirelli , 1934 , collage con fotografia , inchiostro e tempera su carta , mm 460x403 , pubblicato su Il Resto del Carlino del 6 giugno 1934 . stereotipo . Il segreto è in quella particolare attenzione ai dettagli che , puntando alla riconoscibilità dei personaggi , mira ad accentuarne tratti e difetti , sovvertendo le proporzioni e giocando a contraffarne le fattezze , come gli zigomi più o meno pronunciati , gli occhi scavati o sporgenti e persino le diverse fogge degli abiti . Tirelli , che si è messo in luce lavorando per riviste satiriche emiliane , si è poi occupato a tutto tondo di maschere caricaturali , di ideazione di costumi , affiancato in questo dalla moglie Clara , e stesure di copioni : attraversando epoche e scontri sociali , ha offerto così una visione critica e al contempo scanzonata della borghesia e dell ’ estabilishment , muovendosi dalla Belle Époque alla Grande Guerra , dal Fascismo alla Seconda Guerra Mondiale fino alla Guerra Fredda e il boom economico . Clou della rassegna , il Teatro nazionale delle Teste di legno , la meravigliosa riproduzione di un palcoscenico per burattini in una struttura di oltre 6 metri , completa di scenografie , meccanismi per calare i fondali e addirittura un sofisticato impianto illuminotecnico . Ad alternarsi sul palco , esponenti , al tempo quasi tutti viventi , della politica , della cultura e dello spettacolo , come re Vittorio Emanuele III , Gabriele d ’ Annunzio , Giovanni Giolitti e Eleonora Duse , a dare vita ad un ritratto spregiudicato e ibrido del costume e delle tensioni sociali dell ’ epoca . Tirelli , che del Teatro Nazionale delle Teste di Legno era direttore artistico e principale commediografo , si era ispirato alla tradizione burattinesca modenese e bolognese , declinandola abilmente ad una dimensione più contemporanea . E oggi quelle intuizioni , tradotte in un messaggio acuto e leggero al tempo stesso , risultano ancora straordinariamente attuali nel dissimulare il vero e renderne una visione spregiudicata e anticonformista , posando un sorriso lieve sui grandi temi dell ’ esistenza .
Fino al 25 aprile 2022 museocivicomodena . it di Stefania Vitale stefania . vitale @ dentrocasa . it