DENTROCASA MAGGIO 2020 | Page 69

Maestosa architettura dove la semplicità e la purezza delle forme si accosta alla ruvidezza del cemento. Molto originale la piscina dalla forma allungata che ricorda un piccolo ruscello. Collegato al living il terrazzo, comodo e attrezzato per il relax. che si sta distinguendo grazie soprattutto a Punta del Este, città nata su un istmo che segna il punto d’incontro tra l’oceano Atlantico e il Rio de la Plata, ambita meta del jet set internazionale. Un tratto di costa ancora molto selvaggio costellato da architetture che portano le firme di importanti architetti sudamericani. Tra questi spicca l’argentino Diego Montero, che ha firmato anche questa villa. «Nei progetti che realizzo – afferma l’architetto – cerco sempre di far dialogare al massimo le bellezze naturali del contesto con gli standard a cui spesso gli stranieri sono abituati. È un modo interessante per far apprezzare e capire le peculiarità di un luogo”. Concetto espresso al massimo anche in questa fantastica villa a poche decine di metri dalla famosa spiaggia di Manantiales. L’Oceano Atlantico e la scintillante luce sono gli indiscussi protagonisti dello spazio. Tutto è stato deciso prendendo in considerazione questi due forti elementi naturali, che l’architetto vive nella sua quotidianità e dunque sa interpretare al meglio. Il cemento grigio assoluto che domina la casa esalta la volumetria e la linearità della sua particolare architettura, permettendo inoltre di godere appieno della vista spettacolare. Le uniche note di colore neutro presenti sono dettate dai pochi arredi quasi tutti di design. “Ho voluto creare una serie di originali trompe l’oeil – spiega Montero – donando agli spazi un aspetto armonico al primo impatto, ma dove un occhio più attento si accorge solo in seguito di quanto nulla sia lasciato al caso”. Ed ecco che ad esempio l’assenza di tappeti permette al grezzo parquet di eucalipto di dare il massimo risalto alla forza del rude cemento; il minimalismo creato dai pochi mobili e complementi d’arredo si ritrova a dialogare con le tante piante del geometrico giardino. La bellezza del salone è data soprattuto dall’uso sapiente degli elementi naturali. Da qui, attraverso un’ampia parete vetrata inondata dalla luce, si accede al vero gioiello della casa, una piscina piastrellata a mosaico di un intenso color petrolio e dalla originale forma lunghissima e strettissima, quasi a citazione di un’unica corsia di piscina olimpionica. L’insieme mastodontico è già preannunciato dalla porta del garage esterno, che presenta una cifra a lettere cubitali indicante il numero civico della via. Anche se tutto risponde ai concetti di semplicità e purezza delle forme, il ricorso alla ruvidezza del cemento non può non essere un’autentica metafora della magnificenza del prospiciente oceano, continuamente presente nella casa grazie alle ampie vetrate. progetto diego montero ph gianni franchellucci testo roberto begnini