DENTROCASA MAGGIO 2019 | Page 38

oltre la ricetta il maître e sommelier ljubica komlenic, gianpaolo natali e ph giovanni panarotto Fabrizio Bolpagni e l’arte della sala Il grande maître e sommelier del Carlo Magno ci introduce nel mondo dell’accoglienza e degli abbinamenti dei vini. L a cucina e la pasticcieria non sareb- bero adeguatamente valorizzate sen- za un ottimo lavoro anche a livello di sala. Perché anche stare a tavola e sa- per scegliere piatti e vini sono un’ar- te. In questo numero il team formato dalla Top Italian Chef Ljubica Komlenic, dal di- rettore di DENTROCASA Gianpaolo Natali e dal fotografo artista Giovanni Panarotto ha così de- ciso di cambiare rotta e condurvi curiosamente nel mondo dei maître e sommelier, figure prezio- se e fondamentali per ristoranti di prima scelta. Ne hanno incontrato uno d’eccezione, vale a dire Fabrizio Bolpagni del Carlo Magno di Collebeato (Bs). Originario sempre di Brescia, classe 1975, Fabrizio viene da una famiglia di 3 fratelli e lui, neanche a dirlo, era il più agitato. “Da piccolo ero molto vivace. Ho un fratello gemello e an- che dalle foto si capisce subito che volevo essere io a primeggiare. Mi è sempre piaciuto stare in mezzo alla gente e forse da qui nasce anche la passione per questo lavoro”. Quanto è importante l’educazione da piccoli? Lo incalza Ljubica: “Molto direi. Io non mi per- mettevo di alzarmi da tavola prima di finire di mangiare e lasciavo comunque il mio posto ab- bastanza ordinato. A questo mestiere mi sono avvicinato da subito. Ho fatto la scuola Alber- ghiera Caterina de’ Medici a Brescia: era una succursale di Gardone Riviera quindi una scuola rinomata. Poi, dopo varie esperienze in hotel e ristoranti stellati, sono approdato al Carlo Ma- gno nel 1998”. Quanto conta la collaborazione fra cucina e sala in un ristorante di grande livello come questo? “Sicuramente occorre una sintonia molto forte. Partiamo dal presupposto che in primis non sei né uno chef, né un sommelier, né un camerie- re. Sei prima di tutto una persona. Devi quindi saper rispettare chi hai di fronte e, sulla base dei valori propri dell’azienda, cercare di media- re nel migliore dei modi. In un ristorante si può mangiare benissimo ed essere servito male, e vi- ceversa: per questo si deve lavorare in simbiosi. Se qualcuno vuole sempre avere ragione non si va da nessuna parte”. Un maître e sommelier deve saper assaggiare i piatti per consigliare adeguatamente il cliente… “Verissimo. Non tutti hanno le capacità tecniche di uno chef per capire l’abbinamento corretto, quindi un maître e sommelier, che si confronta costantemente con la cucina anche nella scelta de menu, deve saper consigliare il cliente”. Quanto studio ci vuole per conoscere i vini e abbinarli ai piatti? “Si tratta di un approfondi- mento costante. I piatti si rinnovano di frequen- te e i gusti cambiano in continuazione, quindi occorrerebbe uno studio addirittura giornaliero