profili d’arte
gianbattista bonazzoli
Luca Macauda,
gioco di elementi
I colori del paesaggio e i profumi
del territorio nelle opere dell’artista
originario di Modica.
L
uca Macauda nasce a Modica nel 1979
e si è formato all’Accademia di Belle
Arti di Roma. Vive e lavora a Brescia.
Gli rivolgiamo qualche domanda per
conoscerlo meglio.
Come si trasformano nelle tue opere
gli elementi paesaggistici e storici?
“Nel mio lavoro entrano in gioco diversi ele-
menti, legati sia alla memoria della mia terra
d’origine, sia al paesaggio in cui vivo ora. Tali
elementi vengono continuamente elaborati e
tradotti sono semplicemente la luce del luogo, i
colori del paesaggio, i profumi, la pietra di cui
è costituito ogni territorio. Il mio percorso arti-
stico ha tratto fondamento da una motivazione
profonda che ha radici nel territorio al quale
sono emotivamente legato: la Sicilia sud-o-
rientale. Negli ultimi anni la mia ricerca si è
accostata a dei luoghi in particolare: la “Valle
dell’Anapo” e il fiume “Ciane”, da cui prendono
il nome una serie di opere. In entrambi i casi
mi sono avvicinato a questi posti in chiave pu-
ramente suggestiva, indagandone l’aspetto ar-
cheologico, dalla pietra in cui sono state scavate
le “tombe a grotticella” che riempiono i costoni
rocciosi della valle, ai segni dipinti e incisi sui
manufatti in terracotta”.
Quindi la memoria che riaffiora nell’utilizzo di
uno strumento polveroso come il pastello morbi-
do è solo una premessa tecnica della tua pittura?
“Il fascino che il pastello ha esercitato su di me
ad un’età ancora adolescenziale si è impresso
fortemente nella mia memoria. La porosità di
questo strumento, la cui caratteristica composi-
tiva è data da pigmento puro e gomma arabica
per tenerlo compatto, mi ha sempre rimandato
alla piacevolezza tattile che provavo nel toccare
la pietra con cui sono state costruite le più belle
architetture del luogo. Utilizzo il pastello mor-
bido perché mi permette di agire secondo una
propria necessità: quella di avvicinarmi sempre
di più al quadro fino ad entrarci dentro. Questa
esigenza mi ha portato ad avere un contatto fisi-
co e un rappor-
to più intimo e
organico
con
il quadro e la
sua superficie.
La tattilità mi
ha ricondotto al
segno arcaico e
ad una impron-
ta più primitiva
che ritrovo nel
mio lavoro.
Nella
mostra
“Ciane”, al Mu-
seo Archeologico della Rocca di Bazzano, a Bo-
logna, ti sei relazionato con alcuni manufatti.
Quali sono gli elementi che ti hanno condiziona-
to nella scelta stilistica delle tue opere?
Nella mostra allestita al Museo “Crespellani”, il
mio fare pittorico si confronta per la prima vol-
ta con il passato della Valsamoggia, da sempre
ricca di riferimenti archeologici. Il mio percor-
so pittorico, fatto di suggestioni naturalistiche
e archeologiche, si accosta e si contrappone a
manufatti archeologici di altre culture. Ho scel-
to di dialogare con due manufatti conservati nel
museo, cioè il Vaso situliforme decorato a stam-
piglie, facente parte di un corredo funerario, e
il Cesto in corteccia di salice, proveniente da un
pozzo di Castello di Serravalle. Questo perché
ritrovo delle assonanze con il mio lavoro, dal ri-
ferimento al materiale fragile del pastello che è
paragonabile alla fragilità intrinseca del cesto
in corteccia di salice, al vaso situliforme scelto
per le decorazioni a stampiglie. Tali decorazio-
ni dialogano con la gestualità “ripetuta” che ca-
ratterizza parte del mio percorso pittorico”.
Dall’alto: Untitled, pastello su carta
applicata su tavola, cm 136x102,
2013; Nella valle dell’Anapo,
pastello su carta abrasiva,
cm 22x18, 2017; Nella valle
dell’Anapo, pastello su carta
abrasiva, cm 22x18, 2017;
Luca Macauda alla Galleria
AplusB, Brescia.
info
aplusbgallery.it
di
Gianbattista Bonazzoli
[email protected]
cell 328 3465570