DENTROCASA LUGLIO 2022 | Page 27

Alan Sbaffi . Nella pagina accanto : Den ( nero ) 2020 , 100x150x4,5 cm ; a sinistra : Den ( carne ) 2018 , 100x120x4,5 cm ; sotto : Legs , 2021 , 2020 cm .

Un ’ arte istintiva che si dispiega in mirate alternanze fra vuoti e pieni , dimensioni che si incrociano in un linguaggio personalissimo , da indagare e da interpretare secondo le proprie attitudini . È l ’ opera di Alan Sbaffi , classe 1973 , artista che vive e lavora ad Ancona , nel segno di una costante sperimentazione fra minimalismo e desiderio di innestarsi nella contemporaneità , proiettando se stesso nella sua arte . Come ha scoperto la passione per l ’ arte ? “ Un mio amico dice che non si diventa vegetariani o vegani , ma si nasce . Fin da subito si prova cioè una sensazione di orrore e disgusto nel masticare carne , ma spesso non si riesce ad esprimerla , a metterla a fuoco . Per questo , dice sempre il mio amico , ci si mette del tempo , a volte , a prendere coscienza di questa pulsione alimentare e al contempo etica , prima di cominciare ad agire di conseguenza . Ad un artista accade qualcosa di simile . Vedere il mondo da un punto di osservazione unico , sviluppare un punto di vista , volerlo comunicare agli altri e quindi condividerlo sono sensazioni che scaturiscono ancor prima di decidere gli strumenti espressivi e il campo d ’ azione . Per me è stato infatti così e lo è ancora . Dopo il diploma di disegnatore tecnico ho iniziato con la fotografia e per anni mi sono occupato di moda : queste esperienze non hanno avuto un valore secondario , ma al contrario hanno contribuito a formare quella che oggi posso chiamare la mia firma o cifra stilistica . Il mio contatto con la pittura è anche , se così posso dire , la conseguenza di una violazione : non ho frequentato corsi accademici e la mia “ grammatica ” è il risultato di una sperimentazione che ho condotto soprattutto su me stesso , interrogando e testando le mie abilità e i miei limiti ”. Ha mai seguito dei modelli ? “ Osservavo l ’ arte da ignorante , a naso per così dire , ma poi mi sono creato un gusto personale . All ’ inizio siamo tutti dei gran copioni . Io ad esempio ero attratto dai nudi di Modigliani e dai suoi ritratti : era un modo per provarmi addosso lo stile di qualcun altro , per trovare la misura giusta , ma poi arrivi al punto che devi realizzare qualcosa che vada oltre , in una direzione o in un ’ altra . Quando ho

conosciuto l ’ arte di Cy Twombly sono rimasto letteralmente incantato : mi ha fatto aprire gli occhi e da lì ho iniziato un processo che si genera nell ’ interiorità . Tutto ruota attorno alle proprie percezioni : è un fatto mentale . Le mie creazioni non sono una copia del reale ma si tratta di una pratica che consente all ’ immaginazione di ricalibrarsi continuamente e , cosa fondamentale , di sorprendere sempre me stesso ”. Come si approccia all ’ opera abitualmente ? “ Dipingo nel mio studio dove ho concepito uno spazio adatto a me . La scelta dei miei strumenti – nastro adesivo , vernici spray , pellicole , acrilico … – non è sempre consapevole perché preferisco lasciarmi guidare dalle sensazioni ”. Che significato attribuirebbe alla sua arte ? “ Per me un ’ opera non può essere spiegata né contenuta in parole . Mi viene in mente a tale proposito una frase che disse un grande personaggio : L ’ arte è come il canto degli uccelli . È fatta di motivi , inflessioni , sfumature , variazioni ; tutte cose che hanno un certo impatto emozionale e percettivo , ma di cui è proprio impossibile tradurre il senso . La mia è un ’ arte evocativa : offre un ’ esperienza che ci attrae per ciò che rivela di noi stessi . Cercare di piacere a tutti per me è sinonimo di mediocrità , quindi continuerò a dipingere tutto ciò che sono , dico e faccio ” conclude Alan Sbaffi .
alansbaffi . com Ig @ alan _ sbaffi di Stefania Vitale stefania . vitale @ dentrocasa . it