Il nucleo abitativo principale della fattoria risale ai primi anni
del Ventesimo secolo. D’autunno, le foglie che la ricoprono
si colorano di un rosso intenso prima dei rigori invernali.
Degli edifici originari sono sopravvissuti il fienile, la stalla,
le cantine e il pozzo, mutando la loro primigenia destinazione
d’uso. Le candele costituiscono la fonte di luce serale,
ricreando l’atmosfera d’un tempo lontano. Il grande camino
senza decorazioni, la stufa di ghisa e la cucina all’antica
fungono da fonti di calore durante i lunghi periodi di freddo.
Difatti, l’acqua, appena pompata dal pozzo, si deposita
nel serbatoio e poi è riscaldata dalla cucina a legna.
Il frigorifero è sostituito dalla cantina sempre fresca anche
d’estate. Vivendo nella foresta, la famiglia gode di tutti
i suoi doni: la stagione dei funghi è un momento di intensa
preparazione per approntare la scorta di tutto l’anno.
Il cuore pulsante di questa poetica casa è la cucina, rimasta
come quella d’una volta, con le piastrelle bianche. Le pentole
e gli stampi antichi appesi alle pareti sono tuttora in uso.
L’orologio in ardesia non viene regolato quando cambia l’ora
legale: il ritmo del tempo è scandito dalla luce e dalla natura.
Gli arredi? Essenziali e spartani anche nei decori! Ad esempio,
l’armadio, sopravvissuto ad un incendio, ne porta ancora
i segni. Le travi di legno sono a vista come le mensole delle
librerie, le pareti sono bianche, mentre i piani pavimentali
in listoni di legno naturale. Al piano superiore queste
ultime sono state sbiancate come i gradini della scala
che conduce alla zona notte. In origine, la parte superiore
non era residenziale. Grazie ad un’azione di recupero del tetto
rimontato ed all’apposizione delle finestre, è stato creato
un nuovo spazio abitativo aperto, pieno di luce e minimal
negli arredi. Qualche sedia d’antan, un tavolo shabby come
la bella credenza in cucina old fashion, il letto padronale
in legno chiaro e uno specchio tinteggiato all’anilina.
Anche nel bagno, il legno gioca un ruolo principale: sia
nel piano d’appoggio per il lavabo, sia nelle mensole in una
nicchia sulla parete opposta. Anche qui, piastrelle bianche
come in cucina. In una delle camere da letto, su un mobiletto
scialbato, una sorprendente icona del noto artista polacco
Mirosław Dziedzicki.
testo teobaldo fortunato ph igor dziedzicki