DENTROCASA APRILE 2019 | Page 38

design story ezio ramera Il design italiano anni Settanta Lo stretto rapporto nel nostro Paese tra progetto e produzione D agli anni Settanta in poi il rap- porto fra progetto e produzione nel mondo del design in Italia si fa sempre più stretto, fino ad ar- rivare, per alcuni mobili e oggetti, ad una progettazione integrale, poiché la forma esplicita è chiaramente la strut- tura costruttiva. C’è chi segue una linea opposta, soprattutto nella produzione degli imbottiti, dove lo spirito non si allontana molto da quello del vecchio tappezziere. Questi aspetti produttivi sottolineano la tipicità del settore del mobile in Ita- lia: estrema varietà di mo- delli, formazione prevalen- temente architettonica dei designers, scarso impiego della linea di montaggio, breve durata nella produ- zione dei tipi e delle forme e modesta produzione dal punto di vista quantitativo con esiti di piccola serie. Tutto questo determina di- fetti e imprecisioni dettati dall’improvvisazione ma anche pregi della progetta- zione integrale e della spe- rimentazione. Per quanto riguarda la com- ponente “vendita” le prin- cipali azioni culturali e socio-produttive furono svolte dalle Triennali che sono rimaste sempre in una sfera elitaria e, come tali, incomprensibili al pubblico, agevolando solamente le esportazioni. La grande maggioranza dei prodotti sul mercato non reca tracce delle caratteristiche che li quali- ficano come “oggetto di design” (qualità, quantità e prezzo basso) perché quasi tutti gli oggetti sono: · nati da una concezione e produzione meramente tecnologica; · esemplari unici, sia per la complessità tecnica, sia per il loro uso tanto straordinario da contrad- dire il concetto di serie; · banalmente quantificati, tanto da ignorare ogni ricerca di qualificazione della forma; · caratterizzati solo da ope- razioni linguistiche; copia degli stili del passato; · frutto di un compromesso fra artigianato e industria. In poche parole, questi ar- ticoli non hanno raggiunto la massa e una produzione industriale, di conseguen- za, il loro prezzo è stato te- nuto forzatamente alto in omaggio all’ideologia della classe agiata che identifica il valore della merce con il suo alto prezzo. La vendita è affidata a lus- suosi showroom, filiali del- le ditte, o a punti di vendi- ta gestiti da commercianti privati. In questa labile struttura commerciale i rischi di crisi sono sempre presenti. Come se concetti e fal- si concetti superassero gli oggetti fino al punto di legittimare la teoria per cui l’informazione si sostituisce al prodotto. Sopra: Poltrona Proust, Alessandro Mendini per Cappellini; a sinistra: Poltrona UP, design Gaetano Pesce per B&B Italia; in basso: Tavolo Quaderna, design Superstudio per Zanotta.