design story
ezio ramera
Il design
italiano
anni Settanta
Lo stretto rapporto
nel nostro Paese
tra progetto e produzione
D
agli anni Settanta in poi il rap-
porto fra progetto e produzione
nel mondo del design in Italia si
fa sempre più stretto, fino ad ar-
rivare, per alcuni mobili e oggetti,
ad una progettazione integrale,
poiché la forma esplicita è chiaramente la strut-
tura costruttiva.
C’è chi segue una linea opposta, soprattutto nella
produzione degli imbottiti, dove lo spirito non si
allontana molto da quello del vecchio tappezziere.
Questi aspetti produttivi sottolineano la tipicità
del settore del mobile in Ita-
lia: estrema varietà di mo-
delli, formazione prevalen-
temente architettonica dei
designers, scarso impiego
della linea di montaggio,
breve durata nella produ-
zione dei tipi e delle forme
e modesta produzione dal
punto di vista quantitativo
con esiti di piccola serie.
Tutto questo determina di-
fetti e imprecisioni dettati
dall’improvvisazione
ma
anche pregi della progetta-
zione integrale e della spe-
rimentazione.
Per quanto riguarda la com-
ponente “vendita” le prin-
cipali azioni culturali e socio-produttive furono
svolte dalle Triennali che sono rimaste sempre in
una sfera elitaria e, come tali, incomprensibili al
pubblico, agevolando solamente le esportazioni.
La grande maggioranza dei prodotti sul mercato
non reca tracce delle caratteristiche che li quali-
ficano come “oggetto di design” (qualità, quantità
e prezzo basso) perché quasi tutti gli oggetti sono:
· nati da una concezione e produzione meramente
tecnologica;
· esemplari unici, sia per la complessità tecnica,
sia per il loro uso tanto straordinario da contrad-
dire il concetto di serie;
· banalmente quantificati, tanto da ignorare ogni
ricerca di qualificazione della forma;
· caratterizzati solo da ope-
razioni linguistiche;
copia degli stili del passato;
· frutto di un compromesso
fra artigianato e industria.
In poche parole, questi ar-
ticoli non hanno raggiunto
la massa e una produzione
industriale, di conseguen-
za, il loro prezzo è stato te-
nuto forzatamente alto in
omaggio all’ideologia della
classe agiata che identifica
il valore della merce con il
suo alto prezzo.
La vendita è affidata a lus-
suosi showroom, filiali del-
le ditte, o a punti di vendi-
ta gestiti da commercianti
privati.
In questa labile struttura commerciale i rischi di
crisi sono sempre presenti. Come se concetti e fal-
si concetti superassero gli oggetti fino al punto
di legittimare la teoria per cui l’informazione si
sostituisce al prodotto.
Sopra: Poltrona Proust,
Alessandro Mendini
per Cappellini;
a sinistra: Poltrona UP,
design Gaetano Pesce
per B&B Italia;
in basso: Tavolo
Quaderna, design
Superstudio per Zanotta.